Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Martedì, 18 Marzo 2014 15:11

CARNI E POLLAME

Le persone con gruppo sanguigno di tipo 0 stanno bene seguendo un’alimentazione ricca di proteine animali e un programma di attività fisica intensa. Per questi soggetti le proteine sono fondamentali. Chi le consuma in quantità insufficienti o di qualità inadeguata mette in pericolo la propria capacità di metabolizzare i grassi, con conseguenze patologiche anche gravi, come diabete e problemi cardiovascolari. Per questi individui, le proteine di alta qualità costituiscono anche la migliore misura preventiva contro l’obesità: fanno crescere la massa muscolare, aumentando così il metabolismo basale, un effetto che permette di bruciare l’eccesso di grassi. I soggetti di gruppo 0 devono avvicinarsi a uno stile di vita alimentare simile ai loro progenitori. Infatti, l’alimentazione dei cacciatori-raccoglitori e l’enorme fabbisogno energetico necessario per sopravvivere in un ambiente ostile, avevano probabilmente abituato il corpo dell’uomo primitivo a tollerare bene un leggero stato di chetosi, condizione in cui il metabolismo risulta alterato in conseguenza di un’alimentazione ricca di proteine e grassi e povera di carboidrati. Nella chetosi, una certa quota di proteine e grassi non riesce ad essere demolita completamente, ma viene metabolizzata fino a una tappa che comporta la formazione di sostanze chiamate corpi chetonici. Questi ultimi, entro certi limiti, possono essere utilizzati dal cervello, dal cuore e dai muscoli come carburante alternativo al glucosio. 
Molti nutrizionisti continuano a sostenere che il cervello e altri apparati hanno bisogno di glucosio come fonte energetica primaria, ricordando tra l’altro, che l’assunzione generale di carboidrati deve corrispondere al 60 per cento circa degli alimenti giornalieri consumati. Questa teoria è parzialmente vera e valida per altri gruppi sanguigni, ma non per i soggetti di gruppo sanguigno 0. Per loro l’unica fonte energetica primaria sono le proteine e la loro conversione in energia avviene mediante un’altra via metabolica alternativa alla glicolisi, cioè la gluconeogenesi (o neoglucogenesi), che trasforma proprio i grassi e le proteine in energia. La gluconeogenesi è un processo che porta alla formazione di glucosio a partire dallo scheletro carbonioso di alcuni amminoacidi. Questo processo assicura un apporto costante di energia anche in condizioni di carenza di glucosio. Nonostante i soggetti di gruppo 0 producano buone quantità di acido cloridrico e quindi adatti alla digestione delle proteine animali, devono ricordarsi di bilanciare l’apporto di proteine con sufficienti quantità di verdura e frutta. In caso contrario, si corre il rischio di avere succhi gastrici eccessivamente acidi e pertanto dannosi per le pareti dello stomaco e del duodeno.

 

NOTA: gli alimenti benefici agiscono nell'organismo come veri e propri farmaci, pertanto, vanno consumati spesse volte nell'arco della settimana. Gli alimenti indifferenti non fanno nè bene nè male, ma apportano all'organismo importanti sostanze nutritive. Ogni alimento indifferente va consumato non più di 2-3 volte la settimana. Gli alimenti che non trovate nella lista sono da evitare, perchè si tratta di cibi che nel tempo possono causare diversi problemi di salute.

 

GRUPPO 0 – SECRETORE (O PORTATORE DI ANTIGENI)

BENEFICI

Agnello

Cervo

Fegato di manzo o vitello

Manzo

Montone (o castrato)

Vitello

INDIFFERENTI

Anatra

Capretto

Cavallo

Coniglio

Fagiano

Faraona

Fegatini di pollo

Fegato d’anatra

Oca

Pernice

Piccione

Pollo

Struzzo

Tacchino

 

GRUPPO 0 – NON SECRETORE (O NON PORTATORE DI ANTIGENI)

BENEFICI

Cervo

Coniglio

Fagiano

Manzo

Montone (o castrato)

Pernice

Piccione

Struzzo

Vitello

INDIFFERENTI

Agnello

Anatra

Capretto

Cavallo

Faraona

Fegatini di pollo

Fegato d’anatra

Fegato di manzo o vitello

Oca

Pollo

Quaglia

Tacchino

 

AGNELLO, MANZO. Forniscono proteine di alta qualità. Incoraggiano la crescita dei batteri intestinali. Incrementano la massa muscolare magra e sono ottimi alimenti antidiabetici e antitumorali. Ottime fonti di zinco.

ANATRA, POLLO. Ottime fonti di proteine e selenio.

CAVALLO. Incoraggia la crescita dei batteri intestinali. Ottima fonte di proteine e zinco.

CERVO. Fornisce proteine di alta qualità. Incoraggia la crescita dei batteri intestinali e incrementa la massa muscolare magra.

CONIGLIO. Incoraggia la crescita dei batteri intestinali. Ottima fonte di proteine.

FAGIANO. Incoraggia la crescita dei batteri intestinali. Ottima fonte di proteine, potassio e selenio.

FEGATO DI MANZO O VITELLO. Fornisce proteine di alta qualità. Incrementa la massa muscolare magra e incoraggia la crescita dei batteri intestinali. Ottima fonte di vitamine del gruppo B, vitamina A, colina, potassio, selenio, zinco e ferro.

MAIALE, SALUMI. Causano flocculazione del siero o precipitazione delle proteine nel siero. Contengono componenti che possono aumentare la suscettibilità verso le malattie. Alimenti con un’alta percentuale di contaminazione batterica.

MONTONE (O CASTRATO). Fornisce proteine di alta qualità. Incoraggia la crescita dei batteri intestinali. Incrementa la massa muscolare magra ed è un ottimo alimento antidiabetico e antitumorale. Ottima fonte di vitamina E e zinco.

PERNICE, PICCIONE. Incoraggiano la crescita dei batteri intestinali. Ottime fonti di proteine.

TACCHINO, STRUZZO. Ottime fonti di proteine, selenio e zinco.

VITELLO. Fornisce proteine di alta qualità. Incoraggia la crescita dei batteri intestinali. Incrementa la massa muscolare magra ed è un ottimo alimento antidiabetico. Ottima fonte di zinco.

 

Martedì, 18 Marzo 2014 15:09

STRATEGIE ALIMENTARI PER IL GRUPPO 0

- Utilizzate la liquirizia DGL (senza glicirrizina). Vi aiuterà ad aumentare il livello della secretina, un ormone che inibisce la produzione dell’acido gastrico e inoltre è anche capace di bloccare il rilascio dell’ormone gastrina, che agisce da stimolante per quella stessa funzione. Questa forma di liquirizia è anche in grado di favorire la formazione dello strato di muco adibito a proteggere le cellule dello stomaco dai possibili attacchi dell’acido. Vi sconsiglio l’uso della liquirizia non raffinata, che può causare un innalzamento della pressione sanguigna.

- Integrate l’alimentazione con estratto di corteccia d’olmo, in grado di migliorare la salute delle membrane dello stomaco, dell’intestino e delle vie urinarie, favorendo anche la proliferazione dei lattobacilli.

- Utilizzate il rizoma dello zenzero, che contiene antinfiammatori, antiossidanti e sostanze che prevengono l’ulcera e favoriscono la motilità intestinale.

- Utilizzate i chiodi di garofano, sono una buona fonte di eugenolo, sostanza antinfiammatoria utile per prevenire l’ulcera e le infezioni da candida.

- Integrate con la radice di curcuma, che contiene sostanze antitumorali, antiossidanti e antinfiammatorie, fa calare l’attività dell’ornitina decarbossilasi, favorisce la funzionalità gastrica e quella epatica, stimola la produzione della mucina, ha effetti gastroprotettivi e favorisce la secrezione degli enzimi digestivi.

- Utilizzate il peperoncino, protegge l’apparato digerente dalle tossine e contiene sostanze antinfiammatorie, antiossidanti e antiulcera.

- Bevete acqua minerale frizzante a temperatura ambiente, può aiutare a far calare la produzione di gastrina e ad abbassare l’acidità gastrica.

- Evitate latte, birra, alcolici, fanno tutti aumentare la produzione di gastrina.

- Evitate o moderate al massimo il  consumo di caffè. E’ stato dimostrato che tutti i tipi di caffè (anche quello decaffeinato) fanno aumentare la produzione di gastrina.

- Evitate tutti i cibi che stimolano la secrezione acida, come le arance, i mandarini e le fragole.

- Preferite i succhi di verdura a quelli di frutta.

Martedì, 18 Marzo 2014 15:08

STRATEGIE DI COMPORTAMENTO PER IL GRUPPO 0

- Per acquisire forza, energia ed efficienza metabolica, consumate più volte alla settimana carni magre di alta qualità, provenienti possibilmente da animali allevati in modo naturale. Per ottenere risultati migliori deve essere al sangue o poco cotta; se la preferite ben cotta, mettetela prima a marinare in ingredienti benefici, come succo di limone, spezie ed erbe.

- Includete sempre nella vostra alimentazione porzioni di pesci di acque fredde ricchi di oli. Gli oli di pesce combattono le malattie infiammatorie, migliorano la funzionalità della tiroide e attivano il metabolismo.

- Evitate del tutto i latticini, per voi sono difficili da digerire e causano un aumento di muco nelle prime vie respiratorie.

- Eliminate dalla vostra alimentazione il frumento e tutti i prodotti che lo contengono: per chi appartiene a questo gruppo sono gli alimenti che generalmente danno i maggiori problemi. Se avete disturbi digestivi o tendenza ad ingrassare, eliminate anche i prodotti a base di avena.

- Limitate al massimo il consumo di fagioli, che per voi non costituiscono una fonte di proteine particolarmente consigliabile.

- Mangiate grandi quantità di frutta e verdura, possibilmente biologiche.

- Se non potete fare a meno della vostra dose quotidiana di caffeina, sostituite almeno il caffè con il tè verde, che non è acido e contiene meno caffeina.

- Per gli spuntini, utilizzate frutta secca come mandorle, noci, semi di zucca, fichi, datteri e albicocche secche.

- Noci. Secondo alcune ricerche le noci inibiscono l’ODC. Possono essere mangiate da tutti i gruppi sanguigni.

- Tè verde. I risultati di alcune ricerche indicano che i polifenoli contenuti nel the verde hanno il potere di inibire l’ODC. Può essere utilizzato da tutti i gruppi sanguigni.

- Frutti pigmentati di blu scuro, porpora o rosso. Questi cibi contengono antocianidine, antiossidanti in grado di inibire l’ODC. Tra di essi more, ciliegie e mirtilli. La maggior parte di questi frutti sono benefici per tutti i gruppi sanguigni.

- Cipolle, aneto, dragoncello, foglie dei broccoli e aglio. Hanno moderate proprietà antibatteriche contro molti dei ceppi prodotti dalle poliammine. Inibiscono leggermente l’ODC. Possono essere consumati da tutti i gruppi sanguigni.

- Curcumina e curcuma. Sono spezie utilizzate nella cucina indiana e dai praticanti ayurvedici. La curcumina è un potente inibitore della sintesi delle poliammine. Possono essere impiegate da tutti i gruppi sanguigni.

GRUPPO 0: I soggetti di gruppo 0 si devono tenere lontani dalle lectine dei cereali (in particolare frumento), che aumentano la produzione di poliammine da parte delle cellule dell’intestino, del pancreas e del fegato. Sintomi di intossicazione:

- forti infiammazioni, come dolori alle giunture e altri di natura meno specifica, come quelli dovuti a fibromialgia; problemi mestruali;

- difficoltà a dimagrire, eccessiva ritenzione di liquidi (in particolare nei non portatori);

- problemi intestinali: crampi, flatulenza e stitichezza;

- affaticabilità e iperattività mentale;

- intolleranza ai carboidrati (affaticabilità e perdita di attenzione dopo un pasto ricco di carboidrati);

- trigliceridi alti.

GRUPPO A: I soggetti appartenenti a questo gruppo non devono consumare prodotti di origine animale, perchè il cattivo assorbimento derivante dall’incompleta scissione delle proteine animali, offre ai vostri batteri intestinali una buona fonte di amminoacidi, dandovi in cambio poliammine. Sintomi di intossicazione:

- problemi della pelle, come psoriasi, eczema o acne;

- cefalee frontali, che non rispondono bene all’aspirina o all’acetamminofene;

- seno fibromatoso;

- agitazione mentale e scarsa capacità di reggere gli stress;

- fermentazione gastrica con conseguente alitosi (in particolare nei non portatori);

- ipoglicemia (basso livello di zucchero nel sangue);

- colesterolo alto;

-  feci maleodoranti.

GRUPPO B-AB: Tra arginina e gruppo sanguigno è stata scoperta un’interessante correlazione. L’ornitina decarbossilasi (ODC) viene spesso prodotta a partire da un amminoacido più comune, l’arginina. Il gene dell’enzima che produce l’acido arginosuccinico, il precursore dell’arginina, è situato nei pressi di quello del gruppo AB0 nel locus 9q34 e le ricerche hanno dimostrato l’esistenza di una stretta correlazione tra i due. Attraverso questo meccanismo gli elementi genetici dell’espressione del gruppo sanguigno influiscono sulla quantità di arginina disponibile per essere convertita in ornitina e infine in poliammine. L’ossido nitrico è un altro derivato dell’arginina. Questi legami ci consentono di capire perchè il gruppo B e quello AB, che possiedono l’antigene B, trattano l’ossido nitrico in modo differente dagli altri gruppi sanguigni. Questi gruppi sono molto sensibili ai cambiamenti nei livelli dell’ossido nitrico e vengono danneggiati quando le poliammine sottraggono l’arginina destinata alla sua produzione. Sintomi di intossicazione: 

- mancanza di libido (stimolo sessuale);

- insufficienza circolatoria: mani e piedi freddi, ipotensione ortostatica (pressione del sangue differente in piedi o coricati), emorroidi, vene varicose e affaticabilità;

- sensibilità alla luce (fotofobia) e a molti odori;

- fermentazione gastrica, alitosi (specialmente i non portatori di gruppo AB);

- sensazione di pesantezza e disagio nel tratto intestinale inferiore;

-  seno fibromatoso.

Martedì, 18 Marzo 2014 14:59

LE POLIAMMINE NEI CIBI

Molti testi di biochimica definiscono le poliammine come le proteine della carne morta. Quando un tessuto vivo viene sottoposto a uno choc o muore, la struttura delle sue proteine si spezza e in seguito i batteri o gli enzimi contenuti nei cibi trasformano in poliammine molti dei frammenti che si sono formati. Per questo motivo le poliammine si trovano in quantità enormi nei tessuti di persone vittime di traumi gravi e in prodotti alimentari che hanno subìto trasformazioni strutturali provocati da un trattamento troppo brusco, come un congelamento troppo rapido. Molti seguaci della dieta vegana, rinunciano a cibi come la carne e il pesce utilizzando come giustificazione la presenza elevata di poliammine. Ma costoro non sanno che esse sono abbondanti in vegetali come cereali, frutti e germogli. Inoltre, anche se non sono presenti direttamente negli alimenti di origine vegetale, verranno prodotti dall’organismo in risposta alle lectine presenti in molte piante, cereali e legumi. Normalmente li possiamo trovare nei cibi fermentati e in quelli trattati, qualora il processo di inscatolamento o di congelamento abbia compromesso l’integrità strutturale dei tessuti. Anche i formaggi stagionati contengono grandi quantità di putrescina, al pari di alcuni vegetali, come le patate, le verdure in scatola o congelate (con l’eccezione di quelli a foglia verde) e certi frutti, tra i quali arance e mandarini. Anche i gamberi sono ricchi di putrescina, soprattutto quelli confezionati e congelati. Mentre alcuni formaggi stagionati, i semi di soia fermentati, il the fermentato, il sakè giapponese, i funghi coltivati, e il pane fresco sono abbondanti fonti di spermidina. I cereali, le verdure in scatola o congelate, i prodotti della carne, le carni rosse e il pollame contengono invece abbondanti fonti di spermina. Misurare la quantità di poliammine nel nostro organismo non è facile, perchè mancano metodi semplici e diretti di valutazione, ma nonostante ciò è possibile ottenerne una stima sufficientemente affidabile utilizzando come indicatori una serie di altre misure indirette:

- Livelli ematici di albumina più alti della norma: l’albumina, una proteina molto importante utilizzata come mezzo di trasporto veloce da altre sostanze nutritive, viene sintetizzata dal fegato. La sua produzione tende a calare in presenza di stress ambientali, nutrizionali, tossici e traumatici, mentre sale parallelamente alla sintesi delle poliammine. La misurazione dell’albumina viene anche utilizzata per conoscere lo stato nutrizionale del paziente, in quanto riflette il livello delle riserve proteiche presenti nel corpo nell’ultimo mese. I valori normali sono compresi tra 3,5 e 5,2 g/dl. Livelli di albumina superiori a 4,8 sono un probabile indizio della presenza elevata di poliammine, mentre livelli inferiori a 4 danno un buon margine di sicurezza.

- Indacanuria elevata: un eccesso di indacano nelle urine indica che nel primo tratto intestinale vi sono molti batteri che producono elevate quantità di poliammine.

- Alitosi (alito cattivo): se nonostante un’accurata pulizia del cavo orale, l’alitosi persiste, probabilmente il problema deve essere attribuito alla presenza di troppe poliammine. La putrescina e la cadaverina, sono i principali responsabili dell’odore caratteristico dell’alitosi.

- Cefalea dopo aver consumato cibi fermentati: le poliammine esaltano gli effetti dell’istamina, presente spesso in alimenti che contengono istidina, come il vino rosso. La cefalea indica la presenza di alti livelli di poliammine, soprattutto quando questa avviene dopo aver consumato birra o vino.

Le sostanze tossiche presenti nell’intestino, non riguardano solo gli indoli, ma anche altri composti chimici chiamati poliammine: putrescina, spermidina, cadaverina. Le poliammine sono proteine, dette ammine biogene, presenti in basse concentrazioni in tutte le cellule viventi (umane, animali, vegetali). Gli organi del corpo hanno bisogno di poliammine per crescere, rinnovarsi e metabolizzare; dal loro effetto stabilizzante sul Dna cellulare dipende il corretto sviluppo delle cellule e il buon funzionamento del sistema nervoso. I bambini, infatti, producono quantità maggiori di poliammine che servono per la loro crescita, rispetto agli adulti che ne producono in quantità più basse. Si è riscontrato che molte lectine alimentari, oltre ad agire in modo selettivo verso i gruppi sanguigni, stimolano la produzione di poliammine nell’apparato digerente. Una probabile spiegazione di questo fenomeno è che le cellule dell’intestino sintetizzino grandi quantità di poliammine nel tentativo di riparare i danni provocati dalle lectine tossiche ai microvilli intestinali. Pur stimolandone la produzione, l’effetto finale delle lectine riduce la quantità di poliammine disponibile per l’organismo, facendo calare il livello totale delle ammine biogene in altri tessuti del corpo. Questo spiega come mai i bambini cresciuti in regime vegano tendono ad essere in media più piccoli di quelli onnivori: l’alto contenuto di lectine provenienti da una tipica dieta vegetariana a base di cereali può indurre le cellule intestinali a sequestrare quantità di poliammine tali da privare altri tessuti, rallentando la crescita di muscoli e ossa. Molte lectine provocano un aumento anormale delle dimensioni di organi come il fegato, il pancreas e la milza. L’ingrossamento di questi organi è la conseguenza di un enorme afflusso di poliammine nei loro tessuti. Sono stati condotti esperimenti su animali nella cui dieta era stata inserita la lectina del germe di grano, che stimola una consistente produzione di poliammine. Si è scoperto che in seguito alla somministrazione diminuivano la digeribilità e il grado di utilizzo delle proteine alimentari, con un rilevante impatto negativo sulla crescita degli animali esaminati. Un altro effetto osservato è stato appunto la crescita abnorme, stimolata dalle poliammine, del pancreas e dei tessuti dell’intestino tenue. Lo stesso effetto è stato riscontrato anche con numerose altre lectine di fagioli e legumi. Non è azzardato ipotizzare che l’effetto stimolante della lectina del germe di grano sulla sintesi delle poliammine, in combinazione con la capacità delle lectine di simulare l’azione dell’insulina, sia responsabile dell’aumento di peso in soggetti appartenenti al gruppo sanguigno 0 e B che ne fanno un consumo eccessivo. In definitiva, le poliammine si possono considerare come proteine a doppio taglio: una certa quantità è indispensabile per favorire la crescita delle cellule e la guarigione dalle malattie, un loro eccesso può rallentare il sistema immunitario e modificare il metabolismo dei tessuti. La soluzione più giusta per evitare i danni causati dalle poliammine è quello di adottare il programma alimentare basato sul gruppo sanguigno, in modo tale da regolare l’apporto delle lectine e di conseguenza l’aumento indiscriminato di poliammine nei tessuti intestinali.

Martedì, 18 Marzo 2014 14:38

INDIVIDUAZIONE DELLE LECTINE

L’effetto delle lectine sui cibi non è una semplice teoria ma si basa su vere e proprie evidenze scientifiche. Acquistando presso laboratori specializzati le lectine isolate dai vari alimenti, è possibile vedere al microscopio l’agglutinazione con un gruppo sanguigno incompatibile. Esiste, però, un altro metodo scientifico molto valido per misurare la presenza di lectine tossiche nel nostro organismo. Si tratta di un semplice esame condotto sulle urine, mediante il quale viene misurata su una scala colorimetrica l’escrezione di indacano, una sostanza (potassio indossil solfato) prodotta a livello intestinale dalla decomposizione del triptofano, assorbita dalla parete intestinale ed escreta con le urine. Questo indolo è associato ai fenomeni di fermentazione intestinale. In pratica, se fegato e intestino non riescono a digerire e a utilizzare bene le proteine, si producono sostanze chimiche chiamate indoli che vengono eliminati attraverso le feci e le urine. Se evitiamo gli alimenti contenenti lectine incompatibili, l’escrezione urinaria di indacano sarà minima. Al contrario, se consumiamo regolarmente cibi ricchi di lectine incompatibili, l’escrezione di indacano nelle urine sarà elevata. Questo test dimostra senza ombra di dubbio come l’ingestione anche sporadica di un cibo incompatibile abbia ripercussioni esagerate, non osservabili nei soggetti che hanno un gruppo sanguigno compatibile con quello stesso alimento. Se una persona di tipo A mangia un pò di mortadella, ad esempio, i nitriti (sostanza ad azione conservante) in essa contenuti avranno un’attività tossica novanta volte superiore a quella svolta in un soggetto appartenente a un altro gruppo sanguigno. Questo perchè nel tipo A il rischio generico di sviluppare un tumore gastrico è aumentato e quindi i nitriti, sostanze dotate di attività cancerogena, risultano più tossici.

Martedì, 18 Marzo 2014 14:33

LE LECTINE PIU’ PERICOLOSE

FRUMENTO. Sono molte le persone che non tollerano i prodotti a base di frumento, anche se per lo più non ne sono coscienti, perchè gli effetti di questa intolleranza non si manifestano con sintomi chiari e immediatamente riconoscibili. Il frumento contiene, oltre ad altre proteine, quantità elevate di glutine e gliadina; sebbene siano presenti anche in numerosi altri cereali, le lectine del frumento sono in grado di suscitare una risposta del sistema immunitario assai più marcata. La sensibilità al glutine e alle gliadine è uno degli effetti secondari che incidono maggiormente sul buon funzionamento del processo digestivo degli alimenti. La maggior parte di coloro che lamentano disturbi digestivi possiedono nel siero anticorpi delle gliadine. La maggioranza dei soggetti che mostrano intolleranza al glutine, non denunciano alcun disturbo, quantunque il loro intestino risulti privo della necessaria mucosa protettiva. La lectina del frumento, detta agglutinina del germe di grano, o WGA, costituisce un problema alimentare rilevante, ma in gran parte non riconosciuto, per un’ampia fetta della popolazione. Al pari di molte altre lectine alimentari, la WGA non viene attaccata dal processo digestivo e produce effetti metabolici e ormonali non trascurabili: per esempio, simula l’effetto dell’insulina sui suoi recettori, e per questa ragione è una delle molecole più utilizzate per studiare le dinamiche metaboliche dell’insulina. La sensibilità individuale agli effetti negativi della WGA dipende dal gruppo sanguigno di appartenenza. Esistono prove che l’antigene del gruppo A presente nell’intestino si lega all’agglutinina del grano, conferendo così ai soggetti di gruppo sanguigno A e AB la capacità di annullare gli effetti della sua lectina. In sostanza, quest’ultima viene catturata dall’antigene del gruppo sanguigno presente nei succhi gastrici prima che abbia la possibilità di fare troppi danni. Naturalmente questa possibilità è preclusa ai soggetti non portatori di antigeni nelle secrezioni.

POMODORI. Molte persone si chiedono come mai il pomodoro, alimento consigliato da molti nutrizionisti per le sue proprietà antiossidanti, siano sconsigliati ad alcuni soggetti appartenenti a un determinato gruppo sanguigno. Il dibattito dei pomodori è tra i più accesi nell’ambito nutrizionale. Questo perchè si è scoperto che contengono alte concentrazioni di licopene, un pigmento naturale che conferisce, oltre che ai pomodori, anche alle angurie e ai pompelmi rossi il loro colore caratteristico e che è dotato di notevoli proprietà antiossidanti. Alcune ricerche hanno indicato che il licopene può diminuire il rischio di certe forme tumorali, come quelle della prostata, e che contribuisce ad abbassare la frequenza delle malattie cardiache. Ma allora, perchè questo alimento non è consigliato per tutti i gruppi sanguigni? La ragione è semplice. I pomodori contengono una potente lectina, chiamata agglutinina del Lycopersicon esculentum, una delle poche lectine dotate di potere agglutinante per tutti i gruppi sanguigni e per questo definite con il termine di Panemoagglutinine. La lectina del pomodoro è quindi tutt’altro che innocua, perchè abbassa la concentrazione della mucina, l’enzima preposto alla protezione delle pareti intestinali. Probabilmente è questo il motivo per cui molti casi di intolleranze alimentari comprendono i pomodori. Ma la lista dei danni delle lectine dei pomodori non termina qui. Infatti ci sono prove attendibili che esse tendono a legarsi con i tessuti nervosi, oltre che con una delle sottounità della pompa protonica, il meccanismo cellulare attraverso cui la gastrina stimola la produzione dell’acido gastrico. E’ probabile che questa sia la ragione per cui molti soffrono di iperacidità dopo aver mangiato salsa di pomodoro. E il licopene? In primo luogo, sarà bene rendersi conto che quand’anche aggiungessimo un pomodoro alla nostra insalata non ne ricaveremmo granchè in termini di quantitativi di licopene, dal momento che i pomodori sono in gran parte composti di acqua. Per assumere grandi quantità di licopene dovremmo quindi ricorrere alla conserva di pomodoro, che però sfortunatamente contiene anche molta più lectina. Ma c’è anche una buona notizia: oltre che nei pomodori, il licopene si trova in un buon numero di altri alimenti, come l’anguria, il pompelmo rosa, la papaia e le albicocche secche.

ARACHIDI. Molti soggetti, indipendentemente dal gruppo sanguigno, sono allergici a questi frutti, in grado di scatenare una serie di sintomi, con conseguenze anche fatali. In questi casi il consiglio migliore è quello di eliminarli totalmente dall’alimentazione. D’altra parte si stanno accumulando prove che la lectina delle arachidi svolge un ruolo protettivo contro svariate forme tumorali, tra cui quelle dello stomaco, del colon e del seno. Ma come si conciliano queste scoperte con quella, altrettanto recente, che denuncia nelle arachidi la presenza di aflatossine, correlate allo sviluppo di cancro del fegato nelle cavie? (Non esistono invece prove dirette che coinvolgano le aflatossine nello sviluppo del cancro del fegato negli esseri umani). Innanzitutto, le aflatossine non sono componenti delle arachidi (e neppure del mais, del sorgo, del pecan, dei pistacchi o delle noci) ma contaminanti prodotti da un micete che si sviluppa su questi alimenti in condizioni di conservazione inadeguate. Ma quanto è grave il problema delle aflatossine? In molti paesi non sono mai stati riportati casi di intossicazione, alcuni casi sono stati registrati in paesi del Terzo Mondo (Uganda, Malesia), dove sia i metodi di stoccaggio, sia quelli di identificazione della malattia sono alquanto sospetti. Nessuno di questi casi è stato mai associato al consumo di arachidi: in Uganda la causa è stata una partita di mais contaminato e in Malesia un tipo di pasta lunga.  

Martedì, 18 Marzo 2014 14:31

LECTINE: UNA COLLA BIOLOGICA PERICOLOSA

Le lectine sono considerate dei veri e propri collanti pericolosi. Alcune lectine, possono causare una morte immediata. Un esempio di lectina molto tossica e molto potente è la ricina, estratta dai semi di ricino. Per nostra fortuna, le lectine presenti nei cibi non è cosi tossica come la ricina, anche se queste possono nel tempo causare una lunga lista di problemi. Il 95 per cento delle lectine assunte attraverso gli alimenti, vengono eliminate senza problemi dal nostro organismo. Il restante 5 per cento, riesce a raggiungere il sangue dove innesca una serie di reazioni che portano alla distruzione di globuli rossi e bianchi. Le lectine stesse, possono danneggiare le pareti di stomaco e intestino, causando un’infiammazione delle mucose che provoca disturbi simili a quelli di un’allergia alimentare. Bastano pochissime quantità per agglutinare un numero impressionante di cellule. Sempre che, vi sia incompatibilità con il gruppo sanguigno. Questo non deve assolutamente vietare l’assunzione dei vari cibi, poichè esse si ritrovano in alimenti come cereali, verdura, legumi, pesce, crostacei e molluschi, e sarebbe molto difficile evitarle. Il segreto è di eliminare le lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno. Il glutine, per esempio, è la lectina caratteristica del frumento e di altri cereali, che, attaccandosi alla parete dell’intestino, può causare un’infiammazione dolorosa: questa reazione avviene in presenza di certi gruppi sanguigni, soprattutto quello di tipo 0. Le lectine dal punto di vista strutturale, sono diverse a seconda della loro provenienza. Quella del grano, per esempio, ha una forma diversa da quella della soia e, pertanto, reagirà con sostanze differenti; ciascuna di loro risulterà dannosa per alcuni gruppi sanguigni e benefica per altri. I tessuti del sistema nervoso risultano molto sensibili all’agglutinazione delle lectine di origine alimentare. Ricercatori russi hanno notato che il sistema nervoso degli schizofrenici è più sensibile all’attacco di lectine alimentari molto comuni (tipo il frumento). La lectina estratta dalle lenticchie, se iniettata in un’articolazione di coniglio, induce la comparsa di un’infiammazione locale del tutto simile a quelle dell’artrite reumatoide. In effetti, molte persone che soffrono di questa malattia si sentono meglio se escludono dalla loro alimentazione le lenticchie e gli ortaggi appartenenti alla famiglia delle Solanacee, come pomodori, melanzane, peperoni e patate. Ciò non sorprende perchè le Solanacee sono ricche di lectine. Le lectine alimentari sono anche in grado di attaccarsi ai recettori di superficie dei globuli bianchi, stimolandoli a riprodursi più velocemente. Esse sono pertanto dei mitogeni. Ciò significa che la lectina induce la cellula ad entrare in una fase del ciclo biologico chiamata mitosi, cioè, la fase che consente alla cellula di dividersi in due cellule figlie.

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