CORREGGERE LA BIOCHIMICA CON LE VITAMINE.

21-06-2019

La guarigione di un schizofrenico attraverso la terapia megavitaminica non è un “miracolo”, secondo Carl Pfeiffer, direttore del Brain Bio Center di Princeton, nel New Jersey. Questo autore ritiene che il miglioramento dei pazienti si debba attribuire semplicemente al fatto che è stata identificata un’anomalia del chimismo cerebrale, correggendola con dosi massicce delle opportune sostanze nutritive, che permettono al cervello di funzionare normalmente. Laureato in medicina e in farmacologia, il dottor Pfeiffer ha alle spalle una lunga e brillante carriera come ricercatore medico, con qualcosa come 245 pubblicazioni al suo attivo. Prima della fondazione del Brain Bio Center nel 1973, era vicedirettore del servizio ricerche presso il New Jersey Neuropsychiatric Institute di Princeton. È lì che ha cominciato le ricerche e i programmi di trattamento nel cui sviluppo è ancor oggi impegnato. Il Centro non limita i suoi interventi ai cosiddetti “malati di mente”. Il dottor Pfeiffer ha trovato che una vasta gamma di disturbi, dall’artrite alle cefalee, si può alleviare correggendo certi squilibri a livello biochimico. Tuttavia, è noto soprattutto per il suo lavoro su quel gruppo di turbe “mentali” che vanno comunemente sotto il nome di schizofrenia. Nel loro libro The Schizophrenias: yours and mine, il dottor Pfeiffer e i suoi collaboratori mettono in rilievo come molti disturbi psichici che prima erano vagamente raccolti sotto l’etichetta “schizofrenia” siano ormai da lungo tempo affrancati da questa categoria “omnibus”. Oggi nessuno si sognerebbe di contestare che le turbe cerebrali schizofreno-simili da carenza di niacina (pellagra), da sifilide cerebrale, da insufficienza tiroidea, da carenza di vitamina B12 e di acido folico, o di altri fattori di cui è nota l’influenza sulle funzioni cerebrali, abbiano una base biochimica. Nessuno vorrebbe sostenere che malattie del genere siano puramente psichiche o debbano essere curate con colloqui terapeutici: eppure, fino a qualche decennio fa, tutti questi disturbi dall’eziologia più varia, ma dalle manifestazioni cliniche simili, erano classificati come un’entità unica. In futuro, affermano gli autori, “altre entità specifiche verranno separate da quel gran miscuglio che abbiamo battezzato col nome di schizofrenie”.
Il dottor Pfeiffer confida che il lavoro suo e dei suoi collaboratori stia già ora portando un forte impulso all’ulteriore riduzione di quel calderone che è la categoria delle schizofrenie “ di causa non determinata”. La maggior parte degli schizofrenici che affluiscono al Brain Bio Center fanno registrare una di queste anomalie biochimiche: livello dell’istamina nel siero troppo alto o troppo basso, o un’irregolarità metabolica che si risolve nell’accumulo di criptopirrolo nell’urina. I pionieri della terapia megavitaminica, secondo Pfeiffer, hanno avuto molto successo con la schizofrenia perché la niacina, chiave di volta del loro trattamento, ha l’effetto di rialzare il livello dell’istamina nel sangue e molti schizofrenici rientrano appunto nel gruppo caratterizzato da un livello troppo basso di istamina. Quando poi questi medici hanno cominciato a introdurre anche altre vitamine nel trattamento, la vitamina C abbinata alla niacina ne ha potenziato l’azione in questo senso. Quanto alla vitamina B6, i suoi effetti si contrappongono all’abnorme concentrazione di criptopirrolo: così, quando il regime megavitaminico si è arricchito di questa sostanza, anche un altro gruppo di schizofrenici se n’è potuto giovare. Tuttavia, come gli oppositori della psichiatria ortomolecolare son ostati molto pronti a rilevare, solo una certa frazione di soggetti rispondeva favorevolmente a questa impostazione terapeutica non mirata. Il fatto che salta subito agli occhi, per esempio, è che gli schizofrenici con un livello alto di istamina nel siero avrebbero richiesto un regime vitaminico-dietetico diverso o addirittura opposto a quello usato per i pazienti con livello di istamina troppo basso. Più in generale, il tasso di miglioramenti non si sarebbe mai potuto valutare attendibilmente finchè non si fosse riusciti a ritagliare l’intervento su misura delle esigenze biochimiche di ogni singolo paziente.
Presso il Brain Bio Center, la diagnosi si basa sugli esami del sangue e dell’urina e la terapia viene prescritta in conformità. Secondo quanto affermano i responsabili del Centro, il 90% degli schizofrenici così diagnosticati ottiene un miglioramento significativo. Di questi, un 30-40% presenta un eccesso di criptopirrolo (il “fattore malva”) nell’urina. Scrive il dottor Pfeiffer che questa anomalia non è rilevabile con le normali analisi dell’urina, ma con una semplicissima prova di laboratorio si può vedere che l’urina assume una colorazione malva se il criptopirrolo è presente: secondo Pfeiffer questo “fattore malva” potrebbe risultare il principale fattore mancante delle schizofrenie. Il criptopirrolo si combina con la vitamina B6 e con lo zinco, prelevandoli dal sangue, spiega il dottor Pfeiffer, cosicchè i pazienti affetti da questa malattia presentano una grave carenza di queste due fondamentali sostanze nutritive, con la conseguenza di un chimismo cerebrale difettoso. Hanno bisogno quindi di vitamina B6 e zinco in quantità sufficiente a compensarne la perdita nelle urine. Somministrando supplementi adeguati di queste sostanze, secondo il dottor Pfeiffer “la remissione dei sintomi è spesso vistosa”.

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