LA PELLAGRA SUBCLINICA SI PUO’ SCAMBIARE PER UNA MALATTIA MENTALE.

16-04-2019

La pellagra, malattia da carenza di niacina, che è una comune conseguenza della povertà, della carestia e della fame, esiste purtroppo ancora oggi. Non nella sua forma più ovvia, con le dolorose chiazze sulla pelle, la lingua infiammata, i deliri e i gravi disturbi intestinali che possono portare alla morte, ma piuttosto in una forma subclinica, i cui sintomi son scambiati per malattia mentale. Secondo il rapporto di un noto psichiatra canadese, pubblicato sulla rivista Schizophrenia, sia il bambino iperattivo che non va bene a scuola, che lo schizofrenico ospedalizzato sono vittime di carenza di vitamina B3 (niacina). In effetti, soffrono di una forma di pellagra; la loro malattia differisce solo nel grado. Nel suo rapporto il dottor Abram Hoffer, pioniere nei primi anni ’50 della fortunatissima terapia a base di megadosi di vitamine per gli schizofrenici, dice: “sfortunatamente gli psichiatri non sono più abituati a riconoscere le manifestazioni cliniche della pellagra. Quando si consulta la letteratura medica passata sulla pellagra, risulta chiaramente che il miglior modello della schizofrenia è costituito dalla pellagra stessa. Questo modello è così valido che per molti anni i medici degli ospedali psichiatrici non potevano distinguerle. L’unico test diagnostico certo era quello terapeutico, usando la vitamina B3 cristallina, una volta che questa fu resa disponibile. Se il paziente psicotico si rimetteva nel giro di pochi giorni con un grammo o meno al giorno di vitamina B3, era catalogato come pellagroso, altrimenti era diagnosticato come schizofrenico. Quello che non è ben noto - continua il dottor Hoffer - è che molto prima di divenire psicotici i pellagrosi soffrivano di tensione, depressione, problemi della personalità, affaticamento…”. In altre parole, la pellagra subclinica può essere facilmente scambiata per malattia mentale. Molti anni fa è stato riportato su The Washington Post che la pellagra si era diffusa tra i ritardati e i malati mentali degli ospedali statali del Maryland. Dopo aver personalmente ispezionato lo Springfield State Hospital di Sykesville, il dottor Neil Solomon, allora segretario per la salute e l’igiene mentale, disse di aver trovato che “un incredibile numero di pazienti aveva la lingua gonfia e arrossata e lesioni nelle parti esposte del corpo”, una condizione ignorata dal personale dell’ospedale. Quando il dottor Solomon fece eseguire un’inchiesta, si trovò che le diete degli istituti erano carenti di niacina, proteine, ferro e calcio. Paradossalmente, uno dei più comuni effetti della pellagra, le turbe mentali, è proprio quello che gli ospedali dovrebbero curare. E’ chiaro che le persone che più facilmente mostrano sintomi di pellagra subclinica sono semplicemente quelli che non hanno un’alimentazione adeguata. E’ una condizione che si sviluppa con una certa facilità, anche per un’abbondanza di amidi nel cibo, se questo è povero dal punto di vista della nutrizione. Tuttavia, una dieta povera non sempre è la ragione di un’insufficiente razione di niacina. Autorità come il dottor Linus Pauling e altri ritengono che le vittime della pellagra subclinica o di malattie mentali possano soffrire di un squilibrio biochimico, per cui sono necessarie dosi anormalmente elevate di certe vitamine per mantenere la mente in buone condizioni. Notando che nel nostro organismo esiste una barriera sanguigna, che impedisce alle molecole o ad agenti contaminanti l’ingresso nel cervello, il dottor Pauling sostiene che “questa barriera può qualche volta impedire l’ingresso nel cervello anche alle molecole utili. Ho pensato che il valore della terapia megavitaminica per alcuni pazienti sia dovuto al fatto che essi possiedono una barriera ematica troppo efficace nei riguardi del cervello, in modo tale che, anche se nei tessuti periferici la concentrazione delle vitamine può essere sostanzialmente ottimale, possa tuttavia sussistere un’avitaminosi locale nel cervello stesso” (Schizophrenia, cit.). Mentre la pellagra è rara, tranne che nelle condizioni di grande povertà e ignoranza, i sintomi di pellagra subclinica non lo sono, e possono essere facilmente scambiati con sintomi similari di altre malattie. Mentre la chiave diagnostica è data dalle turbe percettive, altri sintomi della pellagra subclinica, come affaticamento, depressione, perdita di appetito, mal di testa, stordimento, debolezza e vari dolori sono comuni alla maggior parte delle malattie. Quali sono le probabilità che il medico di famiglia sia in grado di diagnosticare la pellagra subclinica in un paziente che si rivolge a lui? Molto dipende dal fatto che sappia porre le domande giuste. Il dottor Glen Green raccomanda che i medici chiedano a tali pazienti notizie sui mutamenti non di carattere fisico bensì di tipo percettivo, che riguardano i cinque sensi. Secondo il dottor Green, le principali domande da porre sono le seguenti:

1. Quando si guarda allo specchio, sembra che la sua faccia cambi?
2. Quando cerca di leggere, le sembra che le parole ballino?
3. Quando cammina, ha la sensazione che il terreno si muova?
4. Quando cammina, le sembra di avere i piedi per terra o no?
5. Se guarda delle figure, le sembra che si muovano?
6. Le sembra che qualcuno la chiami quando è solo?

Se i pazienti dicono di aver provato qualcuna o tutte queste sensazioni anche solo qualche volta, il dottor Green li sottopone al test Hoffer Osmond Diagnostic (HOD). Il test HOD è composto da 145 domande, alle quali si risponde vero o falso. Originariamente sviluppato da Abram Hoffer e Humphrey Osmond per la diagnosi della schizofrenia, mette in luce difficoltà percettive della vista, dell’udito, del gusto, dell’olfatto e dei movimenti. Il punteggio totale varia da 0 a 246. Quando è usato come metodo diagnostico psichiatrico, un punteggio di 40 o più può indicare che il paziente soffre di schizofrenia. Il dottor Green, tuttavia, ha adattato il test alla sua pratica medica e ha scoperto come un punteggio di 40 o più sia anche un indizio di pellagra subclinica. Il dottor Green, nella sua relazione, riferisce la storia di un caso per dimostrare la sua esperienza con la pellagra subclinica. Il 31 marzo 1969 una madre aveva portato la sua bimba di nove anni dal dottor Green, suo medico di famiglia. La bambina, che precedentemente era tra i primi della sua classe, ora arrivava appena alla sufficienza. Passava gran parte del tempo a letto e litigava costantemente con i fratelli e le sorelle. Un tempo allegra e attiva, era ora completamente infelice. Tuttavia, la ragione per la quale la madre l’aveva portata dal dottore era che la bambina lamentava dolori addominali costanti, nausea, dolori alle gambe e conati di vomito. Il dottor Green esaminò la bambina e non trovò spiegazioni fisiche per questi sintomi. Fortunatamente però non si fermò all’esame fisico, ma pose anche altre domande per determinare eventuali disturbi percettivi; fu questo che lo portò a una diagnosi e a una terapia efficace. Il dottor Green apprese che la paziente soffriva di disturbi visivi. Guardandosi allo specchio, vedeva un’immagine confusa che si ingrandiva quanto più intensamente la fissava. A scuola, le lettere sulla lavagna sembravano muoversi in tutte le direzioni, rendendo impossibile la lettura. Anche il terreno sembrava muoversi sotto i piedi quando camminava e sentiva voci anche quando nessuno era presente. Quando prendeva la cimosa per cancellare la lavagna, la sentiva increspata. Il senso del tatto e l’olfatto erano anche disturbati. Tutte queste cose l’avevano portata a uno stato di depressione e la bimba era spaventata senza conoscerne il motivo. Sottoposta al test HOD il 1° aprile, totalizzo 107 punti, vale a dire tre volte il punteggio limite. Il dottor Green cominciò a curarla con un grammo di niacina tre volte al giorno. Già dopo 15 giorni la bimba si sentiva meglio, anche se le percezioni innaturali erano ancora presenti. Il dottor Green riportò che il 30 aprile 1969 “le allucinazioni erano scomparse completamente, la paziente poteva leggere senza disturbi, guardare la televisione, il terreno aveva smesso di muoversi, non sentiva più voci, e così via. Il suo umore era allegro,le paure scomparse. Ebbe soltanto due attacchi di dolori addominali non gravi in tutto il mese. Sembrava diventata un’altra bambina”. Quando il 2 luglio il dottor Green la sottopose un’altra volta al test HOD, il punteggio risultò appena 37. Controllando con il test HOD due sue sorelle, le trovò sofferenti per la stessa causa, avendo totalizzato ciascuna rispettivamente 77 e 95. Trattate per tre mesi con la stessa dose di vitamina B3 della sorella, furono sottoposte di nuovo al test: stavolta i punteggi erano rispettivamente 10 e 5. I pazienti che totalizzano più di 40 al test HOD devono essere portati dallo psichiatra per essere curati come schizofrenici, ma non necessariamente secondo il dottor Green. Egli osservò che i suoi pazienti reagivano al trattamento con la vitamina B3 in modo sufficiente a fare scomparire le allucinazioni e ad alleviare i sintomi che normalmente giustificherebbero una cura di tipo psichiatrico. Il significato di questa scoperta è così sintetizzato dal dottor Green stesso: “nei vent’anni passati diagnosticavo questo tipo di pazienti come nevrotici, nevrastenici oppure affetti da mal di gola, influenze, lombaggini ecc., in mancanza di meglio. Certamente in quei vent’anni non mancavano pazienti con alterazioni percettive”. E prosegue: “in un periodo di sette mesi, dal novembre 1968, ho diagnosticato più di 100 casi di pellagra subclinica; nel 65% dei casi si trattava di pazienti sotto i sedici anni di età. Risposero tutti positivamente al trattamento con vitamina B3 (niacina o la sua ammide) nel giro di pochi giorni o settimane. Il criterio principale per la diagnosi è costituito dalla presenza o meno di alterazioni percettive”.

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