CIMICIFUGA RACEMOSA: UNA VALIDA ALTERNATIVA AL TRATTAMENTO ORMONALE SOSTITUTIVO.

14-04-2019

La cimicifuga occupa un posto intermedio nel trattamento della menopausa e rappresenta un’alternativa al trattamento ormonale sostitutivo in caso di controindicazione o rifiuto di questo. In virtù della sua azione estrogenica e anti-LH si dimostra efficace nella terapeutica di quelle fastidiose manifestazioni che la caratterizzano quali vampate di calore, turbe d’umore e secchezza della mucosa vaginale. Risulta, tuttavia, senza azione nella prevenzione dell’osteoporosi e della patologia cardiovascolare. Per quanto riguarda le vampate di calore si sa che la loro comparsa nella donna in menopausa coincide esattamente con un episodio di secrezione pulsatile di LH. Questa stretta relazione con l’ormone ipofisario e l’azione elettiva su di esso spiegano l’efficacia della pianta. Le turbe dell’umore, la secchezza vaginale e le sue manifestazioni concomitanti (prurito, infiammazione pelvica) legate alla caduta del tasso ematico di estrogeni, sono migliorate dall’azione estrogenica della pianta.
Studi clinici sperimentali hanno dimostrato, infatti, tramite la comparazione in doppio cieco contro placebo, che ha permesso di osservare una diminuzione assai netta delle turbe neurovegetative, psichiche e somatiche nelle donne trattate con la droga vegetale, come l’effetto terapeutico risulti significativamente superiore al placebo. Senza rimettere in causa il senso e il valore di una terapeutica ormonale, la fitoterapia rappresenta un’alternativa attiva, valida e/o complementare a questo tipo di trattamento. Per comprendere il meccanismo d’azione della pianta occorre considerare il fitocomplesso.
La formononetina, un isoflavone, si lega, secondo prove di laboratorio ai recettori estrogenici senza tuttavia esercitare influenza sulla secrezione dell’LH. Tre frazioni differenti, tutte di natura lipofila, si mostrano attive sulla secrezione di LH e/o sui legami ai recettori estrogenici. Da ciò deriva che numerosi componenti della pianta, agendo in sinergia, contribuiscono a sopprimere la secrezione dell’LH: quelli che, per la loro struttura molecolare simile a quella degli estrogeni, sono capaci di legarsi ai loro recettori e quelli che non legandovisi potrebbero acquistare proprietà estrogeniche dopo metabolizzazione o esercitare un effetto sulla secrezione di LH per l’intermediazione del SNC come certi agonisti alfa-2-adrenergici (clonidina).
I livelli dell’FSH non risultano influenzati e ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che la secrezione di FSH è meno sensibile al feedback negativo estrogenico rispetto all’LH. E’ per questo che in premenopausa l’aumento del tasso di FSH precede quello di LH. Si sa che la liberazione di FSH è controllata no solamente dagli steroidi ma anche dall’inibina mentre solo gli steroidi di origine ovarica sono responsabili del feedback negativo sulla secrezione di LH. Il fatto che la pianta non eserciti alcun effetto sui livelli di FSH può allora essere spiegato dalle concentrazioni troppo deboli in principi attivi. In fitoterapia, pertanto, può essere prescritta nel trattamento delle turbe legate ad un’insufficienza ovarica e, in particolare, nella carenza estrogenica: manifestazioni funzionali della menopausa; sindromi deficitarie dopo ovariectomia o isterectomia, anche a supporto della terapia farmacologica; turbe mestruali della pubertà.

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