BAMBINI: 3 MOTIVI FONDAMENTALI PER ASSUMERE INTEGRATORI DI OMEGA-3.

12-01-2019

Nell’ultimo secolo la nostra dieta si è trasformata in maniera considerevole e uno dei maggiori cambiamenti riguarda l’enorme incremento dell’apporto di grassi nella dieta. Sintetizzando, possiamo affermare che dal punto di vista qualitativo vi è stato un aumento rilevante dell’introduzione di grassi saturi e polinsaturi della serie omega-6, associato però alla riduzione dell’apporto di alimenti ricchi di acidi grassi della serie omega-3 come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA). Il cambiamento della dieta, accompagnato da altre modifiche ambientali, è considerato una delle maggiori cause del rapido aumento di malattie croniche indotte dall’alimentazione (cardiovascolari, autoimmuni, infiammatorie). In particolare, i maggiori esperti di nutrizione individuano quale fattore determinante lo squilibrio del rapporto omega-3/omega-6, che l’odierna alimentazione ha portato a 1:10, contro un rapporto più salutare che dovrebbe essere intorno a 1:5.

ACUITA’ VISIVA E SVILUPPO NEUROLOGICO NEONATALE

Gli acidi grassi della serie omega-3 svolgono ruoli fisiologici strutturali e funzionali essenziali nell’organismo umano, contribuendo allo sviluppo del sistema nervoso e alla funzionalità di quello cardiovascolare. L’integrità, il normale sviluppo e la perfetta funzionalità cerebrale, sia durante la fase fetale che in quella neonatale, dipendono dalla concentrazione di omega-3 nel doppio strato fosfolipidico membranoso. La somministrazione di omega-3, in particolare di DHA, ha mostrato la capacità di ridurre il rischio di prematurità, oltre a una migliore maturazione delle strutture nervose e stato immunitario in neonati le cui madri avevano assunto DHA. EPA e DHA sono mattoni importanti nella costituzione cellulare, essendo incorporati nelle strutture fosfolipidiche delle membrane cellulari alle quali assicurano corretta fluidità, permeabilità e modulazione. Gli omega-3 svolgono un ruolo ben documentato nello sviluppo cerebrale e in molte funzioni biologiche del feto e del bambino. È importante ricordare che i tessuti nervosi sono la seconda sede di maggior concentrazione di questi importanti acidi grassi. L’ipotesi che gli acidi grassi omega-3 possano avere un ruolo nella perfomance del tessuto nervoso è supportata da numerosi dati sperimentali, anatomo-patologici e clinici. In particolare il DHA è coinvolto nelle funzioni neurali e visive. Cervello e retina, infatti, dipendono da continui rifornimenti di DHA per un funzionamento ottimale. Studi effettuati per comparare gli esiti dello sviluppo e della vista in bambini nutriti con latte addizionato con acidi grassi polinsaturi confermano l’importanza di questi acidi grassi per lo sviluppo cerebrale.

DISTURBI COMPORTAMENTALI E PSICOLOGICI INFANTILI

In numerosi studi è stata osservata una scarsa concentrazione di omega-3 in associazione ad alcuni sintomi psichiatrici e ciò ha suggerito che il deficit di questi acidi grassi possa aumentare il rischio di patologie psichiche e disturbi comportamentali. Numerosi psichiatri statunitensi, a titolo preventivo, oltre che per un corretto equilibrio dietetico, consigliano il consumo di pesce o di olio di pesce, quale fonte di acidi grassi omega-3, a partire dall’infanzia. In virtù del ruolo fondamentale per il cervello, sono numerose le conferme sul loro utilizzo in ambito psichiatrico. Dati ci provengono a partire dalla protezione contro lo stress mentale; sembra infatti che gli omega-3 siano in grado di prevenire l’attivazione surrenale provocata dallo stress mentale. Bassi livelli di acidi grassi negli eritrociti sono stati osservati in bambini autistici e con deficit dell’attenzione (in questa sindrome è stata osservata una ridotta concentrazione di omega-3, in particolare di DHA e AA (acido arachidonico), anche nelle membrane cellulari. Risultati clinici interessanti si sono osservati nella sindrome di Asperger, nei disturbi della coordinazione motoria (CDC), nella depressione, nell’iperattività, nella dislessia e disprassia. In uno studio giapponese la somministrazione di olio di pesce ha mostrato la riduzione degli impulsi aggressivi in bambini in età scolare (9-12 anni).

CONDIZIONI ALLERGICHE

Secondo alcuni studi epidemiologici, la supplementazione dietetica con acidi grassi omega-3 in gravidanza e nei primissimi mesi di vita sembra essere associata a un effetto preventivo nei riguardi delle patologie allergiche. Numerose evidenze scientifiche indicano che le modificazioni dietetiche possono influenzare la gravità dell’asma, riducendo la prevalenza e l’incidenza di questa patologia. Un fattore che contribuisce all’incidenza dell’asma nella società occidentale è sicuramente il consumo di alimenti proinfiammatori e il conseguente rapporto squilibrato omega-3/omega-6. In uno studio su bambini con asma bronchiale, si è osservato che la somministrazione di capsule di omega-3 ha ridotto i sintomi dell’asma. Ricercatori australiani su uno studio di coorte su 2.602 bambini, hanno evidenziato l’effetto modulatorio del rapporto omega-3/omega-6 nella dieta sulla presenza dell’asma nei bambini. I risultati hanno mostrato che una dieta che promuova l’assunzione di omega-3 rispetto agli omega-6, ha un effetto protettivo contro i sintomi di asma.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12509593

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15260465

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