LA FOSFATIDILSERINA MIGLIORA LA MEMORIA E COMBATTE L'INVECCHIAMENTO CEREBRALE.

09-08-2016

La fosfatidilserina (PS) è un fosfolipide naturalmente presente nelle membrane cellulari, dove svolge un rilevante ruolo morfo-funzionale. In particolare, è in grado di stimolare le attività cerebrali, soprattutto quelle attinenti alla sfera cognitiva. La fosfatidilserina promuove tutte le funzioni che dipendono dalla membrana cellulare e modula la produzione di acetilcolina e dopamina, neurotrasmettitori di fondamentale importanza per apprendimento e processi mnemonici. Inoltre, la PS ha mostrato di normalizzare la densità dei recettori neuronali e stimolare la sintesi di NGF (Nerve Growth Factor), fattore neurotrofico al quale è stato riconosciuto un ruolo non secondario nella risposta allo stress psichico, nella modulazione endocrino-immunitaria, nella crescita, nello sviluppo e in alcune alterazioni di determinate aree cerebrali. In esperimenti su animali la PS ha dimostrato di rallentare il declino della risposta immunitaria; inoltre, agendo sui recettori dell’interleuchina 2, sembra promuovere l’attivazione delle cellule T. Nell’anziano la sua somministrazione migliora le capacità mnemoniche, le interazioni sociali e il grado di attività, ma numerose ricerche indicano che la fosfatidilserina incrementa le funzioni cognitive e comportamentali anche in soggetti giovani.

DEFICIT DI MEMORIA E INVECCHIAMENTO CEREBRALE

Le ricerche scientifiche sul ruolo della fosfatidilserina nell’invecchiamento cerebrale risalgono agli anni ’70 e hanno permesso di raccogliere informazioni di notevole interesse. Dopo numerosi studi in vivo, sono state condotte ricerche cliniche sia sull’invecchiamento cerebrale generalizzato che su quello di pazienti affetti da Alzheimer. In uno studio multicentrico (Amaducci, 1988) la somministrazione di fosfatidilserina a 145 malati di Alzheimer ha migliorato abilità verbale, memorizzazione e capacità di gestire le attività quotidiane. In un altro studio (Crook, 1991) fu esaminato e confermato l’effetto salutare della fosfatidilserina in soggetti con deficit di memoria associato all’età. La somministrazione di fosfatidilserina a 247 pazienti (oltre i 65 anni) con deficit cognitivo da moderato a severo, ha indotto miglioramenti sia di tipo cognitivo che comportamentale.
Uno degli studi che ha coinvolto un numero maggiore di pazienti (425, età media 65-93 anni) è quello di Cenacchi (1993).Tutti i soggetti mostravano un declino cognitivo da moderato a grave. Per 6 mesi furono loro somministrati 300 mg/die di PS. Al termine del periodo di osservazione si riscontrò un miglioramento sia delle funzioni mentali e cognitive che della concentrazione. I maggiori risultati furono osservati nei soggetti che avevano associato l’assunzione di PS a dieta ed esercizio fisico. Nei numerosi trial condotti in Europa e USA negli ultimi anni è emerso che la PS è in grado di migliorare funzioni cognitive, memoria e richiamo, umore, partecipazione e interessi sociali.

SPORT: AUMENTO DELLA FORZA MUSCOLARE E RIDUZIONE DEL CORTISOLO

Recentemente si è diffuso l’utilizzo della fosfatidilserina tra gli atleti come agente ergogenico. Questo effetto sembra dovuto all’evidenza che la fosfatidilserina riduca il rilascio di cortisolo, un ormone la cui produzione è associata al catabolismo muscolare dopo esercizio fisico impegnativo. In uno studio in doppio cieco su 11 atleti sottoposti a intenso allenamento, è stata osservata la riduzione dei livelli di cortisolo del 20% nei soggetti che avevano assunto 800 mg/die di fosfatidilserina, rispetto al gruppo placebo. In un altro studio condotto su 9 atleti, il dosaggio di 400 e 800 mg/die ha prodotto la diminuzione del cortisolo rispettivamente del 16% e 30%. Si ipotizza che la PS sia in grado di ostacolare l’attivazione dell’asse pituitario-adrenergico indotto dallo stress. Un altro effetto evidenziato del cortisolo è stata la riduzione dei sintomi della sindrome da sovrallenamento.

STRESS

Studi recenti hanno dimostrato che la produzione eccessiva e prolungata di cortisolo, come avviene durante condizioni di stress cronico, può causare una riduzione dell’ippocampo, struttura indispensabile alla fissazione della traccia di memoria. L’assunzione di PS può avere effetti benefici in tutte le condizioni stressogene, migliorando sintomi comportamentali e cognitivi.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2027477

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8038871

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8323999

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