ALLA SCOPERTA DELLA BIOTINA.

08-04-2017

La biotina è una vitamina idrosolubile, comunemente utilizzata nell'industria cosmetica, prodotta nel nostro intestino dalla flora batterica, che svolge un ruolo eminente nella sintesi degli acidi grassi e nel metabolismo degli aminoacidi ramificati. Una dieta variata generalmente contiene un’adeguata quantità di biotina e in circostanze normali la carenza di tale nutriente è piuttosto rara. Una carenza spontanea può manifestarsi in caso di ingestione abbondante e ripetuta di albume d’uovo crudo: questo alimento è particolarmente ricco di avidina, una glicoproteina che impedisce l’assorbimento intestinale di questa vitamina. I sintomi da carenza di biotina nell'uomo sono caratterizzati da dermatite seborroica, intertrigine, caduta dei capelli, secchezza della cute e delle mucose, atrofia delle papille linguali e rash cutanei. L’assunzione di antibiotici ad ampio spettro e di anticonvulsivanti contribuisce ad alterare la microflora intestinale e, con essa, il pool di biotina. Recenti ricerche indicano che la biotina durante la gravidanza è eliminata più rapidamente e il suo stato declina in maniera consistente.

SALUTE DELLA CUTE E ANNESSI CUTANEI

- PELLE: Esistono molte evidenze scientifiche che correlano la carenza di biotina con le malattie cutanee, in quanto la cute è uno degli organi più ricchi di tale vitamina. Recenti studi sperimentali indicano la possibilità di deficit o di alterato metabolismo di biotina, piridossina e zinco nella patogenesi della dermatite seborroica e dell'acne, suggerendo la somministrazione di tali nutrienti per questi disturbi cutanei. L'utilizzo della biotina viene proposto, inoltre, nelle affezioni seborroiche del lattante generalizzate o localizzate, nella seborrea del cuoio capelluto (crosta lattea) e nell'eritema delle natiche.

- CAPELLI: Esperimenti effettuati su modelli animali hanno evidenziato che la carenza di biotina può provocare la perdita di pelo. Il trattamento con biotina nell'uomo può risultare particolarmente utile nei casi di alopecia e nelle anomalie degli annessi cutanei di cui non sia chiara l'eziologia. La biotina può, in modo non specifico, essere efficace senza che una sua carenza debba essere necessariamente chiamata in causa. L'utilizzo di biotina è indicato in particolare in caso di caduta precoce, ingrigimento e incanutimento prematuro dei capelli, associando tale nutriente all'acido pantotenico.

- UNGHIE: La supplementazione con biotina sembra migliorare la fragilità delle unghie. In uno studio 45 pazienti con unghie fragili hanno ricevuto 2,5 mg al giorno di biotina per 1-7 mesi. Il 91% dei partecipanti ha avuto un netto miglioramento, mostrando unghie più dure e forti dopo un trattamento medio di 2 mesi. In un altro studio controllato, alcune donne con unghie fragili che avevano assunto 2,5 mg al giorno per 6-15 mesi, hanno mostrato un aumento del 25% nello spessore delle unghie; è stato inoltre notata la riduzione della rottura delle unghie. In generale, l'assunzione di biotina può aumentare o migliorare lo spessore delle unghie.

DISLIPIDEMIA E DIABETE

Dati su modelli animali e sull'uomo suggeriscono che uno stato compromesso della biotina abbia un impatto negativo sui livelli dei lipidi plasmatici. In uno studio in doppio cieco, a volontari sani sono stati somministrati 900 mcg/die di biotina per 71 giorni. E’ risultato un modesto ma, a livello statistico, interessante cambiamento del profilo lipidico e un’associazione inversa tra livelli di biotina e lipidi plasmatici totali. In un altro studio la somministrazione di biotina ha portato a una significativa riduzione dei trigliceridi e delle VLDL sia nei soggetti diabetici che in quelli non diabetici, rispetto ai placebo. Si ipotizza che la biotina sia in grado di migliorare il metabolismo alterato del glucosio stimolando la secrezione di insulina glucosio-indotta nelle cellule pancreatiche beta e accelerando la glicolisi nel fegato e nel pancreas. La biotina, inoltre, aumenta la sensibilità muscolare all'insulina, aumentando l’attività della guanilato ciclasi. Dati preliminari suggeriscono che tale nutriente possa avere effetti benefici in pazienti con neuropatia diabetica periferica e, in combinazione con il cromo, rappresentare una terapia aggiuntiva per migliorare il controllo glicemico in pazienti con diabete di tipo 2.

 

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