L’IMPORTANZA DEL FERRO PER L’ORGANISMO UMANO.

11-12-2018

Il ferro è un nutriente essenziale per il meccanismo fisiologico di produzione degli elementi del sangue (ematopoiesi). Il ferro interviene, inoltre, nella produzione della carnitina, nella sintesi del collagene e dell’elastina, nella sintesi e nella regolazione di numerosi neurotrasmettitori che garantiscono un corretto funzionamento del sistema immunitario e proteggono l’organismo dai danni provocati dai processi ossidativi. Affinché il ferro possa essere assorbito e quindi utilizzato, è essenziale la presenza di vitamina C, rame e vitamina B12. Il rame partecipa alla conversione del ferro in emoglobina, il quale altrimenti rimarrebbe inutilizzata nel fegato. Per quanto riguarda invece la funzione sinergica con la vitamina C, diversi studiosi già a partire dal 1968 scoprirono che la somministrazione contemporanea di ferro e acido ascorbico incrementava fino al 50% l’assorbimento di ferro. Questo vale anche per l’acido folico, la cui associazione con il ferro sembra fornire una migliore risposta terapeutica nelle donne affette da anemia sideropenica. I folati, inoltre, sono sinergici con la vitamina B12, necessaria per la produzione dei globuli rossi. Solo una piccola percentuale di ferro che ingeriamo viene assorbita dall’organismo: infatti l’organismo umano riesce a utilizzare meno del 10% del ferro contenuto nei vegetali (ferro non-eme) e circa il 20% di quello contenuto nelle proteine animali (ferro eme). Gruppi di popolazione a rischio sono bambini, adolescenti, gravide, soggetti con perdite ematiche croniche, vegetariani, atleti e soggetti con morbo celiaco ed Helicobacter pylori.

ANEMIE

Le anemie da carenza di ferro sono un fenomeno assai diffuso, soprattutto nelle donne fertili e negli anziani a causa di un’insufficiente assunzione con la dieta di questo minerale. Nei paesi occidentali le fasce d’età più a rischio sono i bambini nei primi 4 anni di vita, gli adolescenti tra gli 11 e i 18 anni e le donne tra i 15 e i 45 anni. Nei bambini e adolescenti il fabbisogno di ferro per la crescita può superare l’apporto dietetico o le riserve dell’organismo. Affaticamento, depressione, dispnea, diminuita resistenza, pallore, unghie fragili, vertigini, glossite, alopecia telogen, ridotto sviluppo cognitivo e sociale durante l’infanzia e difficoltà nel mantenere la temperatura corporea sono i principali sintomi da carenza di ferro.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Studi epidemiologici hanno fornito forti evidenze dell’associazione tra anemia grave nelle donne gravide e conseguenze negative, come basso peso alla nascita, parto prematuro e mortalità materna. La domanda di ferro è maggiore nel terzo trimestre di gravidanza, per supportare l’eritropoiesi fetale e l’accumulo di ferro nella placenta. I bambini nati da madre con anemia sideropenica o quelli prematuri, con un più basso peso corporeo alla nascita e una più rapida velocità di crescita postnatale, presentano un più alto rischio di carenza di ferro. La supplementazione di ferro risulta particolarmente utile anche nel periodo post-partum e in caso di gravidanze ravvicinate.

ATTIVITA’ SPORTIVA INTENSA

L’incidenza della deplezione di ferro è riportata tra il 30 e il 50% degli atleti. L’allenamento fisico intenso può ridurre le riserve di ferritina, provocando un bilancio negativo di ferro, soprattutto negli atleti di sesso femminile. Si evidenziano riduzioni di forza, potenza e resistenza in maratoneti, atleti di mezzo fondo e di fondo, nell’allenamento in altura e negli sportivi che praticano discipline che richiedono cali di peso.

MANCANZA DI CONCENTRAZIONE E SCARSE FUNZIONI COGNITIVE

La carenza di ferro può contribuire alla comparsa di danni neurologici. In numerosi studi osservazionali è stata evidenziata una relazione tra carenza di ferro e sviluppo cognitivo e rendimento scolastico scarsi, oltre a problemi comportamentali. In alcuni studi la supplementazione di ferro a ragazze adolescenti ha mostrato significativi miglioramenti nelle performan ce dell’apprendimento verbale e nei test per la memoria. Secondo recenti studi, un basso livello di ferro influisce negativamente sulla capacità di concentrazione e, di conseguenza, sul rendimento scolastico. In uno studio inglese i ricercatori hanno individuato differenze altamente significative nel QI di ragazze anemiche con carenza di ferro nel sangue, rispetto a ragazze con semplice carenza di ferro e a quelle con livelli del minerale nella norma.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11160596

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10721924

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