IL CARDO MARIANO MIGLIORA LA FUNZIONALITA’ EPATICA.

30-03-2016

Il cardo mariano (Silybum Marianum), è una pianta erbacea tipica del bacino del Mediterraneo. I frutti maturi del cardo contengono dei flavonolignani, i quali, isolati sottoforma di una miscela di prodotti di condensazione, costituiscono la silimarina che rappresenta l’1,5-3% della droga ed è formata da silibina, silidianina e silicristina. La silimarina agisce in 4 differenti modi:

1. come antiossidante, scavenger e regolatrice del contenuto intracellulare di glutatione;

2. stabilizzando la membrana cellulare, regolandone la permeabilità per prevenire l’ingresso di agenti epatotossici negli epatociti;

3. promuovendo la sintesi ribosomiale di RNA, che stimola la rigenerazione epatica;

4. inibendo la trasformazione degli epatociti stellati in miofibroblasti, processo responsabile per la deposizione di fibre collagene che provoca la cirrosi.

Il meccanismo chiave che assicura l’effetto epatoprotettivo sembra essere quello spazzino dei radicali liberi. Sono documentate in vivo anche proprietà antinfiammatorie (inibisce la formazione di acido arachidonico) e anticarcinogeniche.

EFFETTO EPATOPROTETTIVO

Le preparazioni a base di cardo mariano hanno dimostrato di aumentare la resistenza delle cellule epatiche all’attacco di alcune sostanze nocive (tetracloruro di carbonio e galattosammina), riducendo la permeabilità della membrana esterna degli epatociti. Questa attività è data dalla silimarina, che ha mostrato di agire come antagonista in numerosi modelli sperimentali di danno epatico. La silimarina protegge il fegato dai danni causati da farmaci e da sostanze tossiche (insetticidi, antiparassitari). Esperimenti clinici indicano che la silimarina esercita effetti epatoprotettivi in caso di epatiti virali acute, epatiti tossiche indotte da agenti psicotropi e malattie epatiche da abuso di alcol, inclusa la cirrosi, a dosaggi di 400-1.140 mg di estratto secco standardizzato. L’effetto epatoprotettivo è stato documentato dal miglioramento dei test di funzionalità epatica.

ATTIVITA’ EPATORIGENERANTE

La silimarina può essere utilizzata come supporto nelle terapie contro alcune disfunzioni del fegato, come la steatosi epatica, per contrastare l’accumulo di grassi all’interno degli epatociti. In caso di malattie infettive, come l’epatite, l’assunzione di cardo mariano è in grado di ridurre la morte delle cellule epatiche. La silimarina è in grado, inoltre, di stimolare l’attività della polimerasi A dei nucleoli, cui segue un aumento della sintesi di RNA ribosomiale, che si traduce in un aumento della sintesi proteica, processo indispensabile per una accelerata rigenerazione cellulare. In pazienti etilisti la somministrazione di cardo mariano ha mostrato di migliorare il quadro istologico e il tempo di protrombina, riducendo i valori delle transaminasi. Studi clinici sulle patologie epatiche hanno mostrato un’associazione tra assunzione di silimarina e regressione delle lesioni epatiche, aumento della sopravvivenza e diminuzione della mortalità. Nelle epatiti virali acute la silimarina ha mostrato di ridurre le complicanze e la durata della degenza ospedaliera, favorendo la guarigione.

EFFETTO IPOCOLESTEROLEMIZZANTE

In studi in vivo la somministrazione di cardo mariano ha mostrato di ridurre il tasso di colesterolo LDL, aumentare il colesterolo HDL, diminuire i livelli di colesterolo epatico e prevenire la riduzione di glutatione epatico. Uno studio condotto in Italia ha dimostrato che la supplementazione di silimarina (principio attivo) è in grado di indurre una lieve riduzione del colesterolo biliare, dovuta al decremento della sintesi del colesterolo epatico.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9468229

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21466434

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11735632

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