DALLA CANNELLA UNA SOLUZIONE NATURALE PER COMBATTERE IL MORBO DI PARKINSON.

09-01-2018

Chi l’avrebbe mai detto che la cannella, una delle spezie più utilizzate in cucina, soprattutto per aromatizzare dolci, bevande e biscotti, fosse così importante per la salute umana. Un’ulteriore conferma viene da un recente studio condotto da un gruppo di scienziati di neurologia del Rush University Medical Center. Abbiamo già visto come la cannella possa essere utile per combattere il diabete. Ora, sappiamo che potrebbe costituire un enorme passo in avanti nella cura dei soggetti affetti dal morbo di Parkinson.
Il morbo di Parkinson è una malattia che progredisce lentamente e che colpisce una piccola area di cellule all’interno del cervello conosciuta come Substantia Nigra. La degenerazione progressiva di queste cellule causa la riduzione di un neurotrasmettitore vitale, la dopamina. Questo porta alla comparsa dei più comuni sintomi che caratterizzano la malattia, come: tremore su una parte del corpo a riposo, lentezza generalizzata nei movimenti, rigidità degli arti, problemi di equilibrio. La causa della malattia è sconosciuta, ma sappiamo che in Europa colpisce oltre un milione di persone, di cui duecentomila soltanto in Italia.
Grazie a una serie di esperimenti, gli scienziati hanno scoperto che l’uso della cannella è in grado di annullare le modifiche biomeccaniche, cellulari e anatomiche che si verificano nei pazienti affetti dalla malattia. La corteccia di cannella polverizzata, se ingerita, viene metabolizzata in una sostanza denominata benzoato di sodio, in grado di penetrare a livello cerebrale e di bloccare la perdita delle proteine Parkin e DJ-1 tipiche di questo genere di patologia. Non solo, questa stessa sostanza sarebbe in grado anche di proteggere i neuroni, normalizzare i livelli dei neurotrasmettitori e migliorare le funzioni motorie.
Naturalmente, per adesso si tratta solo di risultati ottenuti in laboratorio. Se ulteriori ricerche dovessero però confermare questi dati, la cannella, come affermato dal dottor Floyd A. Davis, professore di neurologia presso il Rush University Medical Center di Chicago, potrebbe diventare uno dei metodi più sicuri per fermare la progressione della malattia nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson.
Questa spezia è stata ampiamente utilizzata in tutto il mondo per secoli, come conservante alimentare, grazie al suo effetto microbicida, come stimolante in caso di anemia o dissenteria, come astringente e fungicida. Ora, questa scoperta potrebbe rendere questa spezia tra le più preziose e importanti per la salute umana, utile a curare una malattia che incide enormemente sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette.

 

https://link.springer.com/article/10.1007/s11481-014-9552-2

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