ANTIOSSIDANTI: PER ASSIMILARLI MEGLIO EVITARE IL LATTE.

03-05-2014

Già da tempo alcuni studi mostravano come l'effetto benefico di alimenti ricchi di antiossidanti fosse limitato se questi erano consumati insieme al latte. I ricercatori avevano osservato che a causa dell'associazione la biodisponibilità dei composti fenolici e l'attività antiossidante in vivo venivano significativamente ridotte. Una nuova ricerca è stata condotta da Mauro Serafini del Laboratorio di Ricerca sugli Antiossidanti dell'INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti) per verificare se i mirtilli, dotati di un'elevata potenzialità antiossidante, qualora siano consumati con il latte, presentino una modificata biodisponibilità degli acidi fenolici, rispetto ai mirtilli da soli.
L'ipotesi di lavoro si basa sull'effetto inibente l'assorbimento dei fenoli in conseguenza della forte affinità con le proteine degli alimenti, in questo caso del latte. Undici volontari hanno consumato 200 g di mirtilli più 200 ml di acqua, e, a distanza di una settimana, 200 g di mirtilli più 200 ml di latte intero. Tutti sono stati sottoposti a prelievi di sangue venoso, sia prima, sia 1, 2 e 5 ore dopo l'ingestione. I risultati, pubblicati in un articolo su "Free Radical Biology and Medicine", hanno messo in evidenza che i mirtilli da soli inducono un aumento significativo delle difese antiossidanti (FRAP +6,1%, TRAP +11,1%) e dei livelli di acido caffeico e acido ferulico - due antiossidanti - nel sangue. Quando, invece, vengono ingeriti con il latte, non si verifica alcun potenziamento delle difese antiossidanti plasmatiche e si ha una riduzione delle concentrazioni degli acidi caffeico (-49,7%) e ferulico (-19,8%) nel sangue rispetto a quando sono consumati senza latte.
"I composti ad azione antiossidante - afferma Serafini - hanno scarsa biodisponibilità. Solo l'1-5% della quantità ingerita viene assorbita nel tratto gastro-intestinale. E' importante perciò capire come l'associazione tra alimenti diversi possa modificare le loro proprietà antiossidanti nell'uomo, e la biodisponibilità delle molecole attive in essi contenute. Tanto più che in una normale alimentazione i cibi vengono consumati associati tra loro, cioè nei pasti, con effetti che potrebbero essere molto diversi da quelli che ci aspetteremmo e che avremmo se gli alimenti fossero consumati da soli".

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19135520

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0891584908007454

 

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