POCO FERRO NEL SANGUE? SI RISCHIA L'ICTUS.

20-12-2014

Che il ferro sia importante per molti processi vitali dell’organismo è fatto risaputo. Per esempio, questo minerale è necessario per il processo di sintesi dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno alle cellule. Ma è anche essenziale per la sintesi della mioglobina e del collagene. Da non ultimo, è fondamentale nei processi di respirazione cellulare e nel metabolismo degli acidi nucleici. Un aspetto di cui forse non tutti erano a conoscenza è che il ferro ha un coinvolgimento anche nei casi di ictus. Aspetto che è stato evidenziato da uno studio ad opera dei ricercatori dell’Imperial College di Londra in cui si afferma che la carenza di ferro può aumentare il rischio di ictus rendendo il sangue più viscoso. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista PLoS One, potrebbero in ultima analisi essere un reale mezzo di prevenzione per una condizione che colpisce ogni anno oltre 15 milioni di persone nel mondo. Di queste, circa 6 milioni non sopravvivono all’evento, mentre circa 5 milioni rimangono disabili in modo permanente.
Trai vari tipi di ictus, quello più comune è l’ictus ischemico: evento che si verifica quando l’afflusso di sangue al cervello viene interrotto da piccoli grumi che si formano all’interno dei vasi. Il sangue, divenuto pertanto viscoso a causa di diversi fattori è il responsabile dell’accadimento. Tra i vari fattori che possono rendere il sangue viscoso vi sarebbe dunque anche la carenza di ferro che è stato dimostrato per mezzo di diversi studi essere molto diffusa in tutto il mondo, con un incidenza su circa 2 miliardi di persone. Sebbene questa carenza fosse ritenuta un fattore di rischio di ictus ischemico sia negli adulti che nei bambini, gli scienziati non avevano ancora ben compreso il perché. Oggi, il team di ricercatori dell’Imperial ha scoperto che la carenza di ferro aumenta la viscosità di piccole cellule del sangue chiamate piastrine, che danno vita alla coagulazione del sangue quando si attaccano insieme. Anche se un legame tra carenza di ferro e piastrine collose è stato scoperto quasi 40 anni fa, il suo ruolo fino a ora era stato trascurato. Per metterci per così dire una pezza, i ricercatori hanno studiato un gruppo di 497 pazienti affetti da una malattia rara chiamata Teleangectasia Emorragica Ereditaria (HHT), che spesso causa una dilatazione dei vasi sanguigni nei polmoni, che si presentano simili a vene varicose. Ora, dato che di norma i vasi sanguigni dei polmoni agiscono come un filtro per rimuovere i piccoli coaguli di sangue prima che questo vada nelle arterie, accade che nei pazienti con vasi sanguigni polmonari anomali, il sangue sia in grado di bypassare il filtro portando gli eventuali coaguli fino al cervello. E qui avviene il patatrac.
I risultati dei test hanno permesso di scoprire che i pazienti con una carenza di ferro avevano anche maggiori probabilità di essere vittime di un ictus. Inoltre, i ricercatori hanno esaminato le piastrine in laboratorio scoprendo che quando venivano trattate con una sostanza che innesca la coagulazione, le piastrine delle persone con bassi livelli di ferro si raggruppavano in modo più rapido. «Poiché le piastrine nel sangue si legano di più insieme quanto maggiore è la carenza di ferro, pensiamo che questo possa spiegare perché essere a corto di ferro può portare all’ictus, anche se molta più ricerca sarà necessaria per dimostrare questo legame – spiega la dott.ssa Claire Shovlin del National Heart and Lung Institute all’Imperial College London –. Il prossimo passo è quello di verificare se siamo in grado di ridurre le probabilità di avere un ictus trattando la carenza di ferro dei pazienti ad alto rischio. Saremo in grado di osservare se le loro piastrine diventano meno appiccicose. Ci sono molti ulteriori passi da un coagulo che blocca un vaso sanguigno allo sviluppo finale dell’ictus, quindi non è ancora chiaro quanto siano importanti le piastrine viscose nel processo globale. Vogliamo certamente incoraggiare ulteriori studi per indagare su questo link». Teniamo dunque sotto controllo i nostri livelli di ferro nel sangue che, oltre a essere appunto importante per numerosi processi vitali, può essere una misura preventiva nei confronti dell’ictus che, comunque sia, non si sa mai.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24586400

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3929507/

 

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