IL FERRO RIDUCE IL RISCHIO DI PARKINSON.

02-10-2014

Il ferro è un elemento molto utile per il buon funzionamento dell’organismo. Anche se la maggioranza di noi non ne conosce il motivo, fin da piccoli ci sentiamo ripetere che bisogna mangiare alimenti ricchi di ferro – uno dei miti più conosciuti è quello degli spinaci e il relativo personaggio dei cartoni animati e fumetti: Braccio di Ferro. Ma perché il ferro è così utile, quando non addirittura indispensabile? Una delle funzioni principali del ferro è quella di favorire il trasporto dell’ossigeno ai tessuti e ai muscoli. Questo vitale processo avviene mediante l’emoglobina, la mioglobina (che sono costituite proprio dal ferro) e altre sostanze. Se dunque il ferro è utile per la salute dell’organismo, pare anche essere utile per prevenire alcune malattie, tra cui la malattia di Parkinson. Lo studio che ha indagato sull’associazione tra i livelli di ferro nel sangue e il rischio di Parkinson è stato condotto dai ricercatori dell’Accademia Europea di Bolzano in collaborazione con un team di ricercatori internazionali. La dottoressa Irene Pichler e colleghi hanno utilizzato un approccio a “Randomizzazione Mendeliana” per indagare, stimando l’effetto dei livelli di ferro nel sangue sul rischio di malattia di Parkinson. Nello studio sono stati utilizzati tre polimorfismi – quando sono presenti due o più evidenti tratti diversi nella stessa popolazione di una specie – in due geni: HFE e TMPRSS6.
I ricercatori hanno condotto una prima meta-analisi combinando i risultati di studi che hanno valutato l’effetto genetico sui livelli di ferro. In totale, gli studi comprendevano quasi 22mila persone provenienti da Europa e Australia. La seconda meta-analisi comprendeva studi che hanno valutato l’effetto genetico sul rischio di malattia di Parkinson – questi coinvolgevano 20.809 persone con malattia di Parkinson e 88.892 soggetti di controllo da Europa e Nord America. Infine, gli autori hanno eseguito tre analisi di Randomizzazione Mendeliana separate per i tre polimorfismi al fine di stimare l’effetto del ferro sul Parkinson. I risultati dello studio sono stati pubblicati nella rivista PLoS Medicine, e suggeriscono che un aumento dei livelli di ferro nel sangue sono associati a una riduzione relativa del 3 per cento del rischio di malattia di Parkinson. Il ferro diviene quindi un elemento di grande importanza anche nella possibile prevenzione di una malattia per cui, a oggi, non esiste una cura definitiva. Sebbene i ricercatori abbiano trovato una relazione tra il ferro e la riduzione del rischio, il meccanismo di base per cui tutto questo avviene rimane poco chiaro.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23750121

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3672214/

 

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