ALLA SCOPERTA DEL GRANO SARACENO.

02-09-2016

Il grano saraceno deriva il suo nome dal fatto che i suoi chicchi ricordano quelli del grano, ma non si tratta di un vero cereale, perché non appartiene alla famiglia delle Graminacee, bensì a quella delle Poligonacee.L’aggettivo saraceno non ha niente a che vedere con gli Arabi ed è dovuto al colore scuro dei chicchi, che contrasta con quello biondo del grano comune. Il valore nutritivo del grano saraceno è molto simile a quello del grano. La sua caratteristica più importante è la ricchezza di lisina, un aminoacido essenziale, che scarseggia nel grano e in altri cereali. Per questo, la proteina del grano saraceno è più completa di quella del grano. Le sue proprietà dietoterapiche più specifiche derivano dal contenuto di rutina (chiamata anche vitamina P), un glucoside necessario per il buon funzionamento dei capillari delle arterie. La rutina si trova soprattutto nelle foglie della pianta, non commestibili, e nei suoi semi. Il grano saraceno è particolarmente indicato nei seguenti casi:

- Malattie circolatorie: ipertensione arteriosa (è infatti povero di sodio), arteriosclerosi e fragilità capillare, tendenza alle emorragie e agli ematomi (lividi sulla pelle) a seguito di colpi.

- Aumento del bisogno di sostanze nutritive e caloriche: è molto nutriente e digeribile, particolarmente consigliabile a convalescenti, sportivi, addetti a lavori pesanti, adolescenti durante la crescita.

PREPARAZIONE E USO

- Cotto come le lenticchie o altri legumi.

- Crudo: si lasciano i chicchi a bagno per due ore, in modo da farli ammorbidire, e poi si possono consumare crudi in insalata, conditi con limone o erbe aromatiche.

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