Martedì, 18 Marzo 2014 16:40

IL RAPPORTO STRESS/ESERCIZIO FISICO

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Il cibo non è l’unico responsabile del nostro stato di benessere. E’ importante anche il modo con cui il corpo utilizza le diverse sostanze nutritive. E a questo proposito, vale la pena parlare dello stress, un problema di grande attualità. Frasi come “Oggi sono veramente stressato”, oppure “Il mio vero problema è lo stress”, sono all’ordine del giorno. Certo, è vero che lo stress incontrollato può favorire la comparsa di molti disturbi, ma pochi sanno che in realtà ciò che indebolisce il sistema immunitario non è tanto lo stress in sè quanto la nostra reazione nei confronti di una situazione stressante. Questa reazione accompagna l’uomo sin dalla sua comparsa sulla terra. E’ un mezzo che il nostro organismo utilizza per rispondere ai pericoli. Immaginate di essere un uomo primitivo. Giacete nella notte fonda accanto ai vostri compagni che dormono. Improvvisamente un’enorme belva balza in mezzo a voi. E’ vicinissima e potete sentire il suo fiato caldo sulla pelle. L’amico che dorme accanto a voi viene afferrato e dilaniato. Come vi comportate? Brandite un’arma e affrontate la belva? Oppure scattate in piedi e fuggite a gambe levate per salvare la vostra vita? La risposta dell’organismo allo stress si è evoluta e raffinata nell’arco di millenni. Ma sostanzialmente, è un riflesso, un istinto animale, un meccanismo che ha consentito all’uomo di fronteggiare situazioni estremamente gravi. Quando avvertiamo un pericolo inneschiamo, senza saperlo, una serie di meccanismi biologici che culminano in una reazione di attacco o fuga. Essa ci consente di affrontare o evitare situazioni intollerabili, dal punto di vista sia fisico sia psichico. Immaginate adesso un altro scenario. State dormendo tranquillamente nel vostro letto. Tutto è tranquillo e silenzioso. Improvvisamente la notte è squarciata da un boato. I muri, le finestre e perfino il vostro letto iniziano a tremare. Vi siete svegliati, non è vero? E come vi sentite? Probabilmente terrorizzati e con il cuore che batte all’impazzata. Messe in allarme, l’ipofisi e le ghiandole surrenali hanno rilasciato nel sangue il loro carico di ormoni ad azione eccitante. Le pulsazioni cardiache sono aumentate di frequenza. Il respiro diventa affannoso perchè i polmoni devono incamerare più ossigeno per rifornire i muscoli pronti a scattare. Il livello di zuccheri nel sangue si eleva per consentire all’organismo di attingere ad una fonte di energia prontamente disponibile. I processi digestivi rallentano. La sudorazione aumenta. All’organismo basta un istante per scatenare tutte queste risposte innescate dallo stress. Esse hanno come unico obiettivo quello di prepararvi a combattere o fuggire, proprio nello stesso modo dei vostri antenati. Quando il momento cruciale è passato e il pericolo cessa, nel nostro corpo si realizzano altri cambiamenti. Nel secondo stadio dello stress, chiamato “di resistenza”, la tempesta chimica si placa. Questo succede quando ciò che ha provocato la reazione d’allarme è stato identificato e accettato. In definitiva, quindi, se la causa dello stress viene risolta, l’organismo rientra subito in una condizione di normalità. Tuttavia, se il fattore che ha provocato lo stress si prolunga nel tempo, l’organismo non riesce a sostenere a lungo questo sforzo immane. E va in tilt. A differenza dei nostri antenati costretti a fronteggiare situazioni di pericolo in modo intermittente, noi viviamo in una società in cui il tempo sembra non bastare mai, che ci obbliga a rincorrere i nostri numerosi impegni favorendo la comparsa di uno stato di stress cronico. Anche se la risposta a questo tipo di stress non è accentuata come quella dei nostri antenati, il fatto di verificarsi in continuazione provoca danni considerevoli. Secondo gli esperti essa è responsabile, almeno in parte, di molti dei disturbi che affliggono le società economicamente più progredite dove si sono instaurati ritmi e stili di vita innaturali. Ci siamo lasciati sopraffare da stimoli e contesti artificiali, e a poco a poco ci siamo abituati a sopprimere e contrastare le nostre risposte più naturali. Ormai gli ormoni che lo stress libera nell’organismo sono più di quanti ne possiamo utilizzare. Che cosa succede allora? Ebbene, basti considerare che i disturbi correlati allo stress cronico entrano in gioco nel 50-80 per cento di tutte le malattie oggi note. Sappiamo bene quanto profondamente il cervello sia in grado di influenzare il corpo e quanto quest’ultimo, a sua volta, influenzi la mente. La vasta gamma di queste interazioni tuttavia deve essere ancora studiata. Tra i disturbi che vengono esacerbati dallo stress, i più noti sono l’ulcera gastrica e duodenale, la pressione alta, le malattie cardiovascolari, l’emicrania e il mal di testa, l’artrite e altre malattie infiammatorie, l’asma e i problemi respiratori in genere, i disturbi del sonno, l’anoressia e altri problemi del comportamento alimentare, e infine, una grande varietà di disturbi cutanei che vanno dall’orticaria all’herpes, dall’eczema alla psoriasi. Un certo tipo di stress, come quello legato all’attività fisica o creativa, produce però uno stato emozionale molto piacevole che il corpo recepisce in modo positivo, cioè come un accrescimento dell’esperienza, sia essa fisica o psichica. Sebbene ciascuno di noi reagisca allo stress in modo peculiare, nessuno è immune dai suoi effetti, specie se sono prolungati nel tempo. Ma non bisogna dimenticare che molte delle risposte biologiche allo stress sono come antiche melodie che vengono rispolverate e suonate dal nostro organismo: un ricordo dell’enorme pressione ambientale che ha condizionato l’evoluzione dei diversi gruppi sanguigni. Gli sconvolgimenti climatici e alimentari hanno impresso nella memoria genetica di ciascun gruppo sanguigno questi modelli di stress che ancora oggi ci influenzano. James D’Adamo ha dedicato trentacinque anni di studio, elaborando programmi di esercizi fisici creati su misura per i profili biologici dei diversi gruppi sanguigni. Lungo questo difficile cammino, egli ha avuto modo di seguire migliaia di pazienti, adulti e bambini, e anche grazie a loro, le sue osservazioni hanno acquistato una sempre maggiore consistenza. L’aspetto più interessante di questo lavoro è la scoperta che ciascun gruppo sanguigno necessita, per far fronte allo stress, di una particolare forma di esercizio fisico. Il programma di attività fisica comprende pertanto una descrizione del vostro modello di stress e degli esercizi che vi consentiranno di trasformare la tensione psicofisica in energia positiva. Tutti questi aspetti rappresentano un complemento indispensabile alla vostra alimentazione.

Letto 645 volte Ultima modifica il Venerdì, 10 Luglio 2020 10:40
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