Martedì, 18 Marzo 2014 13:34

LECTINE E ALIMENTI

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Tra sangue e cibo si verifica una reazione chimica che fa parte del nostro bagaglio genetico. Nonostante tutto ciò sia sorprendente all’inizio del ventunesimo secolo, il sistema digestivo e quello immunitario conservano ancora una predilezione per i cibi consumati dagli antenati di gruppo sanguigno simile al nostro. La ragione risiede in glicoproteine chiamate lectine. Queste glicoproteine, presenti in maniera più o meno abbondanti nei diversi alimenti, sono dotate di proprietà agglutinanti che si esprimono nel sangue. Le lectine costituiscono un mezzo semplice ed efficace che consente a un determinato organismo di attaccarsi a un altro. Moltissimi germi, e anche il nostro stesso sistema immunitario, utilizzano questa specie di colla biologica. Le cellule che tappezzano i condotti attraverso i quali la bile lascia il fegato per arrivare nella cistifellea, per esempio, hanno una superficie ricca di lectine che le aiutano ad afferrare e bloccare batteri e parassiti. I microrganismi, per esempio, utilizzano proprio queste lectine come delle vere e proprie ventose per ancorarsi alle mucose del nostro organismo. Spesse volte le lectine dei virus e dei batteri hanno antigeni simili a quelli del nostro gruppo sanguigno. Le stesse considerazioni valgono per il cibo. Quando mangiamo alimenti che contengono lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno, esse si sistemano in un organo (reni, fegato, cervello, stomaco ecc.) e iniziano ad agglutinare globuli rossi in quell’area. Le lectine di derivazione alimentare, presentano caratteristiche simili a quelle degli antigeni dei gruppi sanguigni e si comportano come nemici per le persone che possiedono anticorpi diretti contro quello specifico antigene. Il latte, per esempio, possiede lectine simili all’antigene B: se una persona con sangue di tipo A ne beve un pò, il suo sistema immunitario metterà subito in moto i meccanismi di agglutinazione nel tentativo di eliminare l’intruso.
Come avvengono i processi di agglutinazione? Supponiamo che una persona di tipo A mangi del fegato di vitello (alimento da evitare). La digestione del fegato inizia nello stomaco, ma la lectina che contengono è resistente all’azione dell’acido cloridrico. A questo punto possono succedere due cose: la lectina, intatta, può interagire con le pareti dello stomaco, oppure proseguire il suo viaggio verso l’intestino. Anche qui il suo destino può seguire due strade diverse: la lectina può attaccare la parete intestinale, oppure passare nel sangue ed essere trasportata in tutto l’organismo. Ciascuna lectina ha le sue predilezioni, e quindi gli organi che possono essere colpiti sono diversi. Una volta giunta a destinazione, la lectina esercita un effetto magnetico sulle cellule che la circondano: le attira formando degli agglomerati che successivamente verranno distrutti.

Letto 689 volte Ultima modifica il Mercoledì, 08 Luglio 2020 17:17
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