Martedì, 18 Marzo 2014 19:08

T E TN: GLI ANTIGENI DEL CANCRO

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Molte cellule maligne (per esempio quelle presenti nel cancro del seno e in quello dello stomaco) sviluppano un marker tumorale noto con la denominazione di antigene di Thomsen-Friedenreich (o antigene T). Questo antigene, che generalmente è inibito nelle cellule sane, si attiva quando queste si trasformano in cellule cancerose. E’ talmente raro che l’antigene T si attivi nei tessuti sani, perchè il nostro organismo produce anticorpi specifici contro di esso; e ancora più rara è la presenza in cellule sane dell’antigene Tn (un antigene T non altrettanto sviluppato). La buona notizia è che tutti disponiamo per natura di anticorpi contro gli antigeni T e Tn, ossia di una risposta immunitaria automatica contro le cellule che recano questi marker. La generazione di questi anticorpi è principalmente stimolata dalla flora intestinale, ma anche in questo caso il gruppo sanguigno svolge un ruolo importante, perchè influisce sulla loro quantità e sul livello della loro attività contro gli antigeni T e Tn. Poichè gli antigeni T e Tn presentano alcune affinità strutturali con gli antigeni del gruppo A, non sorprende che gli appartenenti a tale gruppo disponga nei loro confronti della risposta immunitaria più debole. Il fatto è che gli antigeni T e Tn e quelli del gruppo sanguigno A sono, dal punto di vista immunologico, molto simili, in quanto hanno in comune lo zucchero terminale della catena (per tutti e tre è la N-acetilgalattosammina). I ricercatori sono giunti a concludere che l’antigene Tn è, in senso ampio, un antigene affine a quello del gruppo A. L’ipotesi ha ovvie conseguenze: disponendo di meno anticorpi contro gli antigeni T e Tn e di un sistema immunitario disorientato e poco incline ad attaccarli, è evidente che le persone di gruppo A si trovano in una posizione immunologicamente svantaggiata quando devono fronteggiare cellule che portano quei marker tumorali. In una situazione ideale il sistema immunitario sarebbe per natura predisposto a combattere contro cellule dotate di strutture incomplete o anormali, proprio come farebbe nel caso di un’invasione virale di qualunque genere. Ma in questo caso le persone dei gruppi A e AB partono già con uno svantaggio immunologico, poichè il loro sistema immunitario non riesce a riconoscere con chiarezza il pericolo incombente. Alcuni dei tumori più aggressivi si sviluppano in concomitanza con livelli bassi dell’anticorpo anti-Tn, come è stato osservato in particolare per il cancro del seno. Gli antigeni T e Tn sono presenti in grandi quantità anche nelle cellule cancerose dello stomaco. E’ curioso notare che circa un terzo dei giapponesi presentano l’antigene T in tessuti dello stomaco apparentemente sani; il fatto è anomalo, ma ci può aiutare a comprendere come mai la frequenza del cancro dello stomaco in Giappone sia tra le più alte del mondo. Poichè i succhi gastrici sono normalmente ricchi di antigeni del gruppo sanguigno, non è azzardato supporre che le persone dei gruppi A e AB abbiano difficoltà a riconoscere gli antigeni T come marker tumorali e non siano in grado di scatenare contro di loro una risposta immunitaria particolarmente efficace. L’abbondante secrezione di antigeni A nel cancro dello stomaco non è prerogativa esclusiva dei soggetti di gruppo A, tant’è vero che grandi quantità di questo antigene sono state individuate anche in tumori dello stomaco, peraltro meno comuni, di persone appartenenti ai gruppi B e 0. Sembra che lo sviluppo delle cellule cancerose dello stomaco comporti necessariamente una mutazione del gene AB0, che si riflette nella produzione di antigeni A anche quando la persona colpita è di un altro gruppo sanguigno. Naturalmente disporre di antigeni del gruppo 0 o del gruppo B, capaci di attaccare sostanze strutturalmente simili all’antigene A, come quelle contenute nelle cellule cancerose, offre a questi gruppi sanguigni un vantaggio considerevole. Sembra inoltre che le cellule precancerose e cancerose dello stomaco e dell’intestino tendono a perdere gli antigeni dei gruppi 0 e B, rendendo ancora più agevole il loro riconoscimento da parte del sistema immunitario di questi gruppi sanguigni.

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