Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

06-03-2022

Il coriandolo, o prezzemolo cinese, è una spezia originaria dell’Europa meridionale e del Medio Oriente, presente nella cultura mediterranea sin dai tempi degli antichi egizi. Caratterizzato da un odore che ricorda quello delle cimici verdi (il suo nome deriva infatti dalle parole greche korios, cimice, e ander, somigliante), il coriandolo può avere proprietà di chelante naturale, utile per depurarsi dai metalli pesanti. Nel corso degli anni, l’impiego del coriandolo nell’ambiente culinario occidentale è venuto purtroppo sempre meno, tuttavia la spezia è stata riscoperta dal settore erboristico, il quale le riconosce proprietà fitoterapiche ritenute benefiche per il nostro organismo, soprattutto quelle detox. I metalli pesanti possono entrare nel nostro flusso sanguigno in vari modi, come il consumo di pesce d’allevamento, tatuaggi, otturazioni dentali o anche attraverso prodotti per la casa o elementi inquinanti ambientali. Metalli pesanti come mercurio, nichel, uranio, cadmio, piombo e alluminio si accumulano nel nostro sistema nervoso centrale o nelle nostre ossa nel corso degli anni e possono causare un affaticamento sia mentale che fisico. Potrebbero poi portare allo sviluppo di condizioni pericolose come Alzheimer, malattie cardiache, problemi di tiroide, anemia o infertilità. La soluzione più utilizzata per rimuovere i metalli pesanti dal nostro corpo è la terapia chelante, dove gli agenti chelanti rimuovono le tossine attraverso l’espulsione nelle urine. Uno studio della Heart Disease Foundation è riuscito a dimostrare la capacità detossificante del coriandolo, sottolineandone il ruolo di protettore dell’organismo dallo stress ossidativo indotto da piombo e altri metalli pesanti. Per potenziare l’efficacia del coriandolo, è bene combinarlo con un altro agente naturale chelante in modo da evitare il processo di re-intossicazione assorbendo le tossine nel tratto intestinale, come l’alga clorella, una specie di alga verde che insieme al coriandolo agisce come uno strumento perfetto per la disintossicazione del corpo. Coriandolo e alga clorella devono essere assunti 3 volte al giorno per un massimo di 3 mesi. Secondo vari studi, la combinazione di questi due agenti chelanti può rimuovere in media l’87% di piombo, il 91% di mercurio e il 74% di alluminio dal corpo entro 45 giorni. Il coriandolo ha poi anche altri benefici, come:

• l’aumento di colesterolo HDL (colesterolo buono) e la diminuzione di quello LDL (colesterolo cattivo);

• proprietà antibatteriche;

• contrasta l’anemia;

• proprietà antinfiammatorie;

• allieva gli sbalzi ormonali durante la menopausa e le mestruazioni;

• riduce la nausea;

• migliora la salute del fegato.

La disintossicazione da metalli pesanti potrà poi portare anche ad un miglioramento delle prestazioni mentali, dare più energia al nostro corpo, migliorare la saluta della pelle e migliorare la funzione digestiva.

 

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8686573/

06-03-2022

Gestire la propria dieta è fondamentale per le persone affette da diabete. Nello specifico, chi soffre di diabete di tipo 2 deve cercare di concentrarsi su tutti quei cibi che aiutano nel mantenimento di un peso sano, migliorare il controllo della glicemia e prevenire complicazioni come le malattie cardiovascolari. Alcuni studi hanno identificato nei semi di chia, un superfood che proviene dalla pianta Salvia hispanica, delle proprietà benefiche che aiutano ad abbassare i livelli di zucchero nel sangue e prevenire aumenti rapidi e significati dei valori di glucosio. Una ricerca pubblicata sullo European Journal of Clinical Nutrition ha analizzato gli effetti che le fibre contenute nei semi di chia possono avere sulla glicemia postprandiale e sugli indici di sazietà. Lo studio è stato condotto su 15 uomini sani a cui sono stati somministrati alimenti integrati con 25 g di semi di chia o 31,5 g di semi di lino in tre diverse occasioni. I risultati hanno dimostrato come i semi di chia sono riusciti a rallentare l’aumento rapido dei valori di glucosio nel sangue del 39% e hanno dato indici di sazietà maggiori rispetto ai semi di lino, molto probabilmente a causa della viscosità delle fibre contenute nella chia. Queste fibre aiutano a ridurre il colesterolo dannoso legandosi ai lipidi nel tratto digestivo e trascinandoli fuori dal corpo. In un altro studio condotto in Canada, i ricercatori hanno cercato di confrontare gli effetti sulla perdita di peso di due diverse diete ipocaloriche assegnate a due gruppi di partecipanti: una che includeva 30 g di semi di chia al giorno e un’altra consistente in 36 g di avena al giorno. Dopo 6 mesi, i soggetti che avevano ricevuto la dieta di semi di chia avevano perso maggior peso con livelli di zucchero nel sangue ridotti, ridotto in modo considerevole la circonferenza alla vita e presentavano un miglioramento nei livelli di proteina C-reattiva. Le persone affette da diabete devono comunque cercare di prestare attenzione nell’assunzione di semi di chia, poiché potrebbero far diminuire la glicemia a tal punto da richiedere un aggiustamento del dosaggio dell’insulina.

 

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28000689/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28089080/

06-03-2022

Lavare l’insalata prima di servirla a tavola è uno step fondamentale di cui tutti sono a conoscenza. Tuttavia, un nuovo studio condotto da ricercatori italiani ha rilevato come il mix di acqua e bicarbonato di sodio non sia, in realtà, sufficiente a rimuovere tutti i batteri presenti sulla superficie dei vegetali, tra cui la Salmonella, e ad allontanare il rischio di ricontaminazione in frigorifero. Una possibile soluzione per risolvere il problema sarebbe aggiungere nell’acqua una sostanza sanificante, però quale scegliere? Secondo lo studio qui analizzato, l’olio essenziale di cannella rappresenta uno dei migliori disinfettanti naturali. Lo studio condotto da ricercatori dell’Università di Teramo e pubblicato sul Journal of Food Safety ha cercato di capire quale sostanza sanificante aggiungere al lavaggio con acqua della lattuga Iceberg (il tipo di verdura scelto per il test) per ridurre in modo significativo la contaminazione causata dai microrganismi presenti sulle foglie. Le due sostanze che si sono rivelate essere le più efficaci sono state l’ipoclorito di sodio al 2% (conosciuto come candeggina, varechina o Amuchina®) e l’olio essenziale di cannella allo 0,5%. Nello specifico, le due sostanze sono state messe a confronto per verificare il loro effetto nel ridurre i batteri mesofili e psicrotrofi aerobici totali, i lieviti e le muffe, i batteri dell’acido lattico e le Enterobacteriaceae presenti sulla lattuga. È stata poi studiata anche la loro efficacia nell’impedire la ricontaminazione delle foglie da parte della Salmonella. I risultati? Le due soluzioni hanno funzionato sia per decontaminare la lattuga, sia per evitare il rischio di Salmonella, anche dopo 48 ore di conservazione in frigorifero a 8°C. Il trattamento con le due sostanze non ha neanche avuto effetti particolarmente negativi sull’aspetto, la consistenza e il gusto dell’insalata. Il bicarbonato di sodio, invece, non si è dimostrato efficace né per ridurre la carica microbica, né per evitare il rischio di contaminazione. Dimenticati del bicarbonato per rimuovere la sporcizia dalla tua insalata, puoi ora fare affidamento all’olio essenziale di cannella.

 

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jfs.12963

30-08-2021

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health ha scoperto che coloro che facevano spuntini con le noci avevano un minor rischio di morte, e un aumento dell’aspettativa di vita rispetto a coloro che non lo facevano. La ricerca ha rilevato che anche poche manciate di noci a settimana possono aiutare a promuovere la longevità, specialmente tra coloro che seguono una dieta sbilanciata. Questo studio, pubblicato su Nutrients, ha scoperto che cinque o più porzioni di noci alla settimana possono fornire il massimo beneficio per il rischio di mortalità e l’aspettativa di vita. Mangiare cinque o più porzioni a settimana è associato a un rischio di morte inferiore del 14%, rischio di morte per malattie cardiovascolari inferiore del 25% e un aumento dell’aspettativa di vita di circa 1,3 anni, rispetto a coloro che non consumano noci. Anche il consumo di noci da due a quattro volte alla settimana potrebbe avere i suoi benefici: un rischio di morte inferiore del 13%, un rischio inferiore del 14% di morire per malattie cardiovascolari e un guadagno di circa un anno di vita, rispetto a chi non consuma questa frutta secca. I ricercatori hanno anche esaminato i dati di 67.014 donne con un’età media di 63,6 anni e 26.326 uomini dello studio di follow-up di età pari a 63,3 anni nel 1986. I partecipanti erano relativamente sani quando si sono uniti agli studi (ad esempio, senza cancro, malattie cardiache e ictus) e sono stati seguiti per circa 20 anni (1998-2018). L’assunzione alimentare è stata valutata ogni quattro anni, in cui i partecipanti hanno riferito dati sulla loro alimentazione complessiva – inclusa la frequenza con cui consumavano noci, altra frutta a guscio e arachidi – così come lo stile di vita, l’esercizio fisico e il fumo. Sulla base di questi dati, i ricercatori sono stati in grado di identificare le associazioni tra il consumo di noci a vari livelli e diversi indicatori di salute legati alla longevità. La ricerca mostra che incorporare alcune porzioni di noci nella dieta, può aiutare a proteggere dalle malattie cardiache. È stato anche scoperto che mangiare noci riduce il colesterolo LDL “cattivo” fino al 16%, abbassa la pressione sanguigna diastolica di 2-3 mm/Hg e riduce lo stress ossidativo e l’infiammazione. Gli effetti dello stress ossidativo possono contribuire a diverse condizioni neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7257102/

08-07-2021

La maggior parte delle persone soffre di secchezza oculare occasionale, spesso a causa di viaggi in aereo, lavori in giardino, allergie stagionali o affaticamento degli occhi. Ma se scopri che i tuoi occhi sono graffianti, arrossati o irritati frequentemente senza motivo, potresti soffrire di sindrome dell'occhio secco. La sindrome dell'occhio secco è una condizione comune che si verifica quando gli occhi non producono lacrime sufficienti per lubrificare adeguatamente gli occhi. La sindrome dell'occhio secco si verifica quando la produzione di lacrime diventa insufficiente o quando la qualità delle lacrime diventa instabile, causando un'infiammazione che può danneggiare la superficie dell'occhio. La produzione lacrimale si destabilizza quando il film lacrimale sano, composto da oli grassi, acqua e muco, viene compromesso. Le ragioni per l'interruzione del film lacrimale includono cambiamenti ormonali, disturbi autoimmuni, ghiandole palpebrali infiammate, malattie allergiche degli occhi e diminuzione della produzione di acqua, una condizione chiamata cheratocongiuntivite secca. Alcuni farmaci, carenze di nutrienti e irritazioni da lenti a contatto o interventi di chirurgia oculare laser possono anche svolgere un ruolo importante nella degradazione e riduzione delle lacrime. È importante trattare la sindrome dell'occhio secco per evitare di causare danni permanenti agli occhi, che possono includere ulcere corneali e perdita permanente della vista.

RIMEDI NATURALI

Mentre le lacrime artificiali hanno fatto molta strada negli ultimi anni, alcuni marchi utilizzano conservanti chimici che possono infiammare ulteriormente gli occhi irritati. Ecco cinque opzioni non tossiche per alleviare la sindrome dell'occhio secco, naturalmente.

1. VITAMINA D

Il calciferolo, comunemente noto come vitamina D, è una vitamina liposolubile che si trova in alcuni alimenti e prodotta in modo endogeno dal corpo quando l'esposizione ai raggi del sole innesca la sintesi della vitamina D. Più del 90% delle persone consuma ogni giorno significativamente meno della dose giornaliera raccomandata (RDA) di vitamina D dal cibo, ed è difficile ottenere quantità adeguate di vitamina D dalle sole fonti alimentari, poiché il tuo corpo è progettato per produrlo dall'esposizione al sole. Tuttavia, l'assunzione totale di vitamina D sale a circa tre volte superiore con l'uso strategico di integratori. Uno studio trasversale sugli adulti che hanno partecipato a un sondaggio nazionale coreano sulla salute e la nutrizione ha raccolto informazioni sui fattori di rischio per la sindrome dell'occhio secco (DES), tra cui l'esposizione alla luce solare, la residenza urbana e l'occupazione al chiuso. Sono stati misurati anche i livelli sierici di vitamina D e zinco nel sangue. L'analisi dei dati ha rilevato che bassi livelli di vitamina D e un'esposizione inadeguata alla luce solare sono associati al DES negli adulti coreani. Al contrario, uno studio del 2016 ha rilevato che l'integrazione di vitamina D ha migliorato i sintomi del DES dopo appena due settimane.

2. AGOPUNTURA

L’agopuntura è la pratica di inserire aghi sottili e metallici in punti speciali del tuo corpo chiamati meridiani che stimolano il flusso di energia, o Qi, in tutto il corpo. È stato dimostrato clinicamente che l'agopuntura supporta i sintomi del DES e migliora il volume lacrimale in diversi studi. Uno studio osservazionale in Corea del Sud ha rilevato che i pazienti con malattia dell'occhio secco avevano punteggi dei sintomi significativamente più bassi sull'indice di malattia della superficie oculare (OSDI) e un volume di lacrime significativamente più alto dopo essere stati trattati tre volte alla settimana con l'agopuntura per un periodo di un mese. Un altro studio sudcoreano ha valutato gli effetti dell'agopuntura rispetto al trattamento standard occidentale delle lacrime artificiali. Un totale di 150 pazienti con secchezza oculare da moderata a grave sono stati assegnati in modo casuale a gruppi che hanno ricevuto quattro settimane di terapia di agopuntura o lacrime artificiali per alleviare i sintomi. Subito dopo la conclusione dello studio, non sono state osservate differenze statisticamente significative tra i due gruppi. Tuttavia, a otto settimane dopo lo studio, i punteggi dei sintomi OSDI erano significativamente più bassi e le misure per il disagio erano significativamente migliorate nel gruppo dell'agopuntura rispetto al gruppo delle lacrime artificiali. Un altro studio incentrato sull'agopuntura su specifici punti terapeutici intorno agli occhi ha scoperto che era superiore alle lacrime artificiali, il trattamento medico occidentale standard.

3. GRASSI OMEGA-3

Gli acidi grassi omega-3 sono una delle due principali classi di acidi grassi polinsaturi (PUFA), insieme agli omega-6. Trovato naturalmente in alimenti come pesce, noci e semi, gli omega-3 svolgono un ruolo importante nella creazione di lacrime sane. Bassi livelli di omega-3 sono un noto fattore di rischio per DES, spingendo la ricerca sul fatto che l'integrazione di omega-3 possa essere una terapia naturale efficace per i sintomi della malattia dell'occhio secco. Uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition ha rilevato che un maggiore apporto alimentare di acidi grassi omega-3 è associato a una ridotta incidenza di DES nelle donne di età superiore ai 45 anni. Una formulazione topica di acidi grassi omega-3 e omega-6 (acido alfa-linolenico combinato con acido linoleico) ha portato a una significativa diminuzione dei sintomi dell'occhio secco e dei cambiamenti infiammatori sia a livello cellulare che molecolare negli studi sugli animali, indicando che l'aggiunta di acidi grassi essenziali ai colliri possono essere una nuova terapia per il DES.

4. OLIVELLO SPINOSO

L’olivello spinoso è un arbusto che produce bacche giallo-arancio ed è originario dei climi più freddi del nord Europa, Mongolia, Ucraina e Russia. Utilizzato da secoli come cibo e medicina, gli integratori di olivello spinoso assumono la forma di bacche congelate o in polvere, considerate un super-alimento, o olio, estratto dai frutti e dai semi della pianta. Si dice che dia alla pelle e ai capelli un bell'aspetto, e può anche supportare una visione sana. In uno studio del 2018, l'olio di olivello spinoso (SB) è stato modellato in un'emulsione spray da utilizzare sugli occhi asciutti. Negli adulti con diagnosi di sintomi di malattia oculare che vanno da moderati a gravi, lo spray SB è stato randomizzato contro uno spray commerciale primario per nove giorni e poi contro un gruppo di controllo per 1,5 mesi. I test dell'occhio secco sono stati effettuati al basale e durante lo studio. Lo spray all'olivello spinoso è stato ben tollerato durante il periodo di studio. I sintomi valutati dall'OSDI hanno mostrato una diminuzione significativa e i punteggi per la secchezza alla fine dello studio erano inferiori per gli utilizzatori di spray SB rispetto allo spray commerciale e ai pazienti non trattati. I ricercatori hanno determinato che lo spray SB allevia in modo sicuro i sintomi della malattia dell'occhio secco. È stato anche dimostrato che l'integrazione orale di olivello spinoso migliora la qualità del film lacrimale e influenza positivamente i sintomi dell'occhio secco.

5. CURCUMINA

Le proprietà antinfiammatorie della curcumina sono state esaminate in uno studio in vitro su cellule epiteliali corneali umane in coltura. Le cellule corneali sono state esposte al cloruro di sodio, un ingrediente comune nei colliri commerciali che è noto per aumentare la produzione di citochine pro-infiammatorie. Il pretrattamento delle cellule con la curcumina, un composto attivo della curcuma, ha completamente abolito la produzione di marker infiammatori e aumentato la qualità delle lacrime. Altri studi sulla curcumina hanno convalidato la sua efficacia nel trattamento di malattie infiammatorie dell'occhio come l'occhio secco, la degenerazione maculare, il glaucoma e la retinopatia diabetica.

ALCUNI CONSIGLI PER LENIRE GLI OCCHI SECCHI

È importante prendere precauzioni di base contro l'affaticamento degli occhi e la sindrome dell'occhio secco. I seguenti interventi di buon senso possono fare molto per mantenere gli occhi sani:

• Quando si lavora su un computer, fare pause frequenti lontano dal monitor.

• Quando lavori al chiuso, esci periodicamente per assorbire la luce naturale attraverso gli occhi.

• Limita l'uso di schermi che emettono luce blu.

• Evitare stanze piene di fumo o condizioni asciutte e ventose.

• Tieni acceso un umidificatore durante i mesi più asciutti.

 

https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/dry-eyes/symptoms-causes/syc-20371863

https://ods.od.nih.gov/factsheets/VitaminD-HealthProfessional/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26807908/

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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16210721/

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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30497904/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20554904/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20026325/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21060672/

Giovedì, 08 Luglio 2021 20:28

TUTTI I BENEFICI DI UN BACIO.

08-07-2021

Quanta passione c’è in un bacio. E quanta salute. Sì, proprio così: un bacio appassionato è tutta salute. Un bacio è il rimedio naturale contro il mal di testa e l’ipertensione. Come risultato del bacio, cresce il livello di serotonina nel cervello (neurotrasmettitore responsabile dei sentimenti dell’euforia e del rilassamento). Nel giro di pochi minuti, l’epinefrina viene rilasciata nel sangue, facilitando la velocità di pompaggio, che può comportare una riduzione del colesterolo LDL. Un bacio aiuta anche a sopportare i seccanti dolori mestruali e a combattere le moleste rughe del viso. Sbaciucchiatevi, dunque, con passione e trasporto, finché potete, e ne trarrete giovamento fisico e morale. Non ci credete? Lo dice chiaro e tondo Andréa Demirjian, nel suo libro “Kissing: Everything You Ever Wanted to Know about One of Life’s Sweetest Pleasures“, che mette nero su bianco tutti i benefici legati al bacio.

1. Baciare fa passare il mal di testa: con la sbaciucchio appassionato i vasi sanguigni si dilatano, per cui il bacio risulta essere un valido rimedio contro il mal di testa e anche contro i dolori mestruali.

2. Baciare tiene a bada la pressione sanguigna: per lo stesso motivo per cui il bacio provoca la dilatazione dei vasi sanguigni, è un buon rimedio anche contro l’ipertensione. Per cui, ogni mattina, al posto della pilloletta, dedicate più tempo a recuperare un pò di passione con il vostro partner…

3. Bacio vs carie: 1 a 0. Già perché il passionario atto del bacio produce da sé tanta di quella saliva che basta a lavare via la placca dai denti, riducendo la carie.

4. Col bacio si consumano calorie: non sarà proprio una sessione di zumba, ma una scorpacciata di baci aiuta a bruciare dalle 8 alle 16 calorie. Mica male per cominciare, no?

5. Il bacio rende felici: siete stressati e stanchi? Non è certo una novità che baciarsi o scambiarsi effusioni col partner ci fa sentire meglio. È pura chimica se, durante il bacio, si producono serotonina, dopamina e ossitocina, ormoni che regalano la sensazione di benessere.

6. Baciare accresce l’autostima: una ricerca tedesca avrebbe dimostrato che gli uomini che hanno avuto un bel bacio dalle loro mogli prima di andare al lavoro hanno guadagnato di più. “Se lascia la sua casa felice, il partner è più produttivo al lavoro perché non si sente emotivamente in difficoltà“, è la spiegazione dell’autrice Demirjian.

7. Il bacio tonifica: baciando profondamente si allenano i muscoli del collo e della mascella. Baciate e… un, due, un, due… 

8. Baciando si misura la compatibilità sessuale: prima di spingersi oltre, si sa, il bacio può essere un buon modo per valutare la compatibilità sessuale con un nuovo partner.

08-07-2021

Una nuova ricerca, condotta da un team della RCSI University of Medicine and Health Sciences, e pubblicata su Translational Psychiatry, ha scoperto che gli adolescenti che presentavano livelli più elevati di un acido grasso omega-3 nel sangue avevano meno probabilità di sviluppare disturbi psicotici nella prima età adulta. Al contrario, invece, chi presentava carenze aveva un rischio maggiore. Per arrivare ad affermare questo, gli scienziati hanno preso a campione 3.800 partecipanti dello studio sulla salute Children of the 90s di Bristol, tutti valutati per disturbo psicotico, disturbo depressivo e disturbo d’ansia generalizzato all’età di 17 e 24 anni. Durante queste valutazioni, sono stati raccolti campioni di sangue e i ricercatori hanno misurato i livelli di acidi grassi omega-6 (che generalmente contribuiscono ad aumentare l’infiammazione nel corpo), e acidi grassi omega-3 (che la riducono). Mentre vi erano scarse prove che gli acidi grassi fossero associati a disturbi mentali all’età di 17 anni, i ricercatori hanno scoperto che i 24enni con disturbo psicotico, disturbo depressivo e disturbo d’ansia generalizzato avevano livelli più alti di acidi grassi omega-6 rispetto a quelli omega-3. I ricercatori hanno anche evidenziato che i 24enni con disturbo psicotico avevano livelli più bassi di DHA, un acido grasso omega-3 presente in alcuni alimenti o negli integratori alimentari, rispetto ai 24enni che non presentavano disturbi. Gli adolescenti con livelli più elevati di DHA all’età di 17 anni avevano il 56% in meno di probabilità di sviluppare disturbi psicotici sette anni dopo. La ricerca suggerisce che gli omega 3 (e in particolare il DHA) nell’adolescenza potrebbero avere un potenziale effetto preventivo sul rischio di psicosi. Come ha dichiarato il professor David Cotter, autore principale dello studio e professore di psichiatria molecolare presso RCSI: “Lo studio deve essere replicato, ma se i risultati sono coerenti, questi suggerirebbero che un maggiore apporto alimentare di acidi grassi omega-3 tra gli adolescenti, ad esempio attraverso il pesce azzurro come lo sgombro, potrebbe impedire ad alcune persone di sviluppare psicosi successivamente”. Come mai gli omega-3 abbiano questo effetto non è ancora ben chiaro. Il dottor David Mongan, altro autore dello studio, in proposito ha dichiarato: “Dobbiamo fare ulteriori ricerche per conoscere i meccanismi alla base di questo effetto, ma potrebbe essere correlato alla riduzione dell’infiammazione o alla diminuzione della potatura inappropriata delle connessioni cerebrali durante l’adolescenza”.

 

https://www.nature.com/articles/s41398-021-01425-4

01-07-2021

La menta è più comunemente conosciuta per la sensazione di freschezza che porta al palato. Ma oltre ad essere un ingrediente flessibile in tisane, salse, dessert e bevande gustose, è anche una ricca fonte di benefici per la salute. Menta è il nome che rappresenta un gruppo di erbe perenni coltivate in varie parti del mondo, dal bacino del Mediterraneo dove si crede abbia avuto origine, all'Asia, agli Stati Uniti, al Marocco, all'Argentina e all'Europa. La menta piperita e la menta verde sono solo alcune specie famose del genere Mentha. Diamo uno sguardo più da vicino ad alcuni dei benefici scientifici della menta per il benessere umano.

1. PRONTEZZA: In uno studio, l'odore di olio essenziale di menta piperita durante la guida ha portato a una maggiore vigilanza insieme a livelli ridotti di frustrazione, ansia e affaticamento.

2. RINITE ALLERGICA: La menta piperita può essere clinicamente valida per alleviare i sintomi nasali della rinite allergica, inclusi gli starnuti.

3. ANTIMICOTICO: In uno studio, molti estratti naturali hanno dimostrato attività antimicotica contro la Candida albicans, tuttavia, l'azione antimicotica più forte è stata osservata dalla menta piperita e dal tè verde.

4. COLICA: Uno studio ha concluso che la menta piperita è efficace almeno quanto il farmaco simeticone nel trattamento delle coliche infantili, una condizione angosciante tra i bambini per la quale non esiste un trattamento standard provato.

5. CANCRO DEL COLON: Gli estratti di timo, rosmarino, salvia, menta verde e menta piperita possono inibire significativamente la crescita delle cellule del cancro del colon negli esseri umani, esibendo effetti combinati sulla crescita del cancro.

6. COSTIPAZIONE: L'aromaterapia che coinvolge rosmarino, limone e menta piperita può alleviare la stitichezza negli individui anziani, portando a un numero maggiore di movimenti intestinali, con effetti che durano due settimane dopo il trattamento.

7. DIABETE: La menta verde, o estratto acquoso di Mentha spicata, ha mostrato un interessante effetto antidiabetico nei modelli animali. La somministrazione orale ripetuta ha abbassato la glicemia nei ratti diabetici, paragonabile al trattamento farmacologico (glibenclamide).

8. INDIGESTIONE: Uno studio ha dimostrato che una combinazione di olio essenziale di menta piperita e olio di semi di cumino in forma di capsule ha fornito effetti simili ai farmaci usati contro l'indigestione, aiutando ad affrontare il mal di stomaco e altri sintomi digestivi.

9. SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE (IBS): Si ritiene che il mentolo nell'olio di menta piperita aiuti ad alleviare i sintomi dell'IBS, grazie ai suoi effetti rilassanti sui muscoli del tratto digestivo. Una revisione ha anche scoperto che le capsule di olio di menta piperita hanno migliorato i sintomi in modo notevolmente migliore rispetto alle capsule di placebo.

10. DANNI AL FEGATO: I composti di menta verde contengono un importante potenziale antiossidante nella protezione del fegato e degli eritrociti contro il danno ossidativo indotto dalla nicotina.

11. MEMORIA E COGNIZIONE: Uno studio su 144 giovani adulti ha rivelato che annusare l'olio di menta piperita cinque minuti prima di un esame ha prodotto significativi miglioramenti della memoria. Il Dracocephalum, un membro della famiglia della menta, è stato utilizzato dagli scienziati iraniani in una serie di studi clinici controllati con placebo su 42 persone con Alzheimer da precoce a moderato, ed è stato scoperto che migliora lo stato mentale, l'ansia e l'irritabilità.

12. CURA DELLA BOCCA: il collutorio con olio essenziale contenente melaleuca, menta piperita e limone può ridurre l'alitosi e i composti volatili di zolfo (puzza di uova marce) tra i pazienti in terapia intensiva.

13. NAUSEA: Tra i pazienti chirurgici, l'aromaterapia con menta piperita, zenzero o una combinazione di entrambi ha portato a una diminuzione statisticamente significativa della necessità di antiemetici per il trattamento della nausea e del vomito post-operatori.

14. DOLORE AL COLLO: I ricercatori hanno scoperto che una crema a base di olio essenziale di maggiorana, pepe nero, lavanda e menta piperita può essere utilizzata per migliorare il dolore al collo.

15. DOLORE AL CAPEZZOLO: L'acqua di menta piperita può alleviare il dolore al capezzolo e i danni associati all'allattamento al seno.

16. OSTEOARTRITE: Gli oli essenziali di menta piperita e rosmarino possono giovare all'osteoartrite. Una nanoemulsione contenente gli oli ha ridotto il dolore correlato aumentando la capacità antiossidante e migliorando le articolazioni del ginocchio dei soggetti animali.

17. SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO (PCOS): La menta verde è promettente nel trattamento della PCOS inibendo il testosterone e ripristinando lo sviluppo follicolare nel tessuto ovarico.

18. SALUTE RESPIRATORIA: È stato scoperto che l'olio essenziale di menta selvatica previene i cambiamenti delle vie aeree indotti dall'istamina e dall'ovoalbumina in modelli animali, rilassando la muscolatura liscia bronchiale e sopprimendo la risposta immunologica.

19. SONNO: L'aromaterapia con lavanda e menta piperita, può aiutare a migliorare la qualità del sonno nei malati di cancro, un gruppo in cui questo è un problema comune.

20. INVECCHIAMENTO DELLA PELLE: Il trattamento della pelle con foglie di menta piperita può essere un protocollo efficace nel trattamento dei segni dell'invecchiamento cutaneo, come scolorimento, rughe e anelasticità della pelle.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6161068/

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https://english.pravda.ru/science/136741-herbal_medicine_alzheimers/

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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32425029/

Giovedì, 01 Luglio 2021 10:20

GLI OMEGA-3 “AVVELENANO” I TUMORI.

01-07-2021

Le proprietà benefiche dei cosiddetti “acidi grassi buoni”, essenziali per la salute umana e molto ricercati da chi cerca di mangiare sano, erano già noti. Tra gli acidi grassi omega-3, l’acido docosaesaenoico (DHA) è fondamentale per la funzione cerebrale, la vista e la regolazione dei fenomeni infiammatori. Alcune ricerche precedenti avevano anche indicato un possibile ruolo nella prevenzione e nel rallentamento dell’avanzata di alcuni tipi di cancro, tra cui quello al seno e al colon. Nel 2016, il team di Leuven guidato da Olivier Feron, specializzato in oncologia, aveva scoperto che le cellule tumorali in un microambiente acido sostituiscono il glucosio con i lipidi come fonte di energia per moltiplicarsi. Nel 2020 un collega dimostrò poi che queste stesse cellule sono le più aggressive e acquisiscono la capacità di lasciare il tumore originale per generare metastasi. Nel frattempo un altro team della stessa Università, mentre stava sviluppando migliori fonti di lipidi dietetici, ha proposto di valutare il comportamento di cellule tumorali in presenza di diversi acidi grassi. Così il gruppo ha rapidamente identificato che le cellule tumorali acidotiche rispondevano in modi diametralmente opposti a seconda dell’acido grasso che stavano assorbendo e, nel giro di poche settimane, i risultati sono stati impressionanti e sorprendenti. “Abbiamo presto scoperto che alcuni acidi grassi stimolavano le cellule tumorali mentre altri le uccidevano”, spiegano i ricercatori. In particolare, il DHA li avvelena letteralmente. Tale veleno agisce sulle cellule tumorali attraverso un fenomeno chiamato ferroptosi, un tipo di morte cellulare legata alla perossidazione di alcuni acidi grassi. Maggiore è la quantità di acidi grassi insaturi nella cellula, maggiore è il rischio della loro ossidazione. Normalmente, nel compartimento acido all’interno dei tumori, le cellule immagazzinano questi acidi grassi in goccioline lipidiche, una sorta di fascio in cui gli acidi grassi sono protetti dall’ossidazione. Ma, in presenza di una grande quantità di DHA, la cellula tumorale è sopraffatta e non può immagazzinare il DHA, che si ossida e arriva alla morte. Utilizzando un inibitore del metabolismo lipidico che previene la formazione di goccioline lipidiche, i ricercatori hanno osservato che questo fenomeno è ulteriormente amplificato, il che conferma il meccanismo identificato e apre le porte a possibilità di trattamento combinato. Per il loro studio, i ricercatori hanno utilizzato in particolare un sistema di coltura di cellule tumorali 3D, gli sferoidi, che rappresentano un modello sperimentale intermedio tra le colture cellulari tradizionali e i tumori in vivo e che, crescendo in vitro, sono accessibili a diversi tipi di misura. Gli studiosi hanno dimostrato che, in presenza di DHA, gli sferoidi prima crescevano e poi implodevano, verificando che lo sviluppo del tumore risultava significativamente rallentato. Per ora un lavoro di laboratorio, che conferma diverse altre ricerche precedenti. E i risvolti “pratici”? Per un adulto – spiegano i ricercatori – si consiglia di consumare almeno 250 mg di DHA al giorno. Ma gli studi dimostrano che la nostra dieta fornisce in media solo da 50 a 100 mg al giorno. Questo è ben al di sotto dell’assunzione minima raccomandata. Il team non si fermerà, puntando al DHA come chiave per opzioni di trattamento alternative dei tumori, più efficaci e forse meno invasive.

 

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1550413121002333?dgcid=author

 

Giovedì, 01 Luglio 2021 10:18

QUERCETINA: PERCHE’ NE ABBIAMO BISOGNO?

01-07-2021

I flavonoidi sono uno dei tanti doni terapeutici della natura. Ampiamente presenti nella frutta e nella verdura, queste sostanze fenoliche hanno proprietà antiossidanti che proteggono le cellule dai danni dei radicali liberi. Uno dei flavonoidi più conosciuti e studiati è la quercetina, un flavonolo che si trova principalmente nelle cipolle, nelle bacche, negli agrumi, nei broccoli e nell'uva. Questo potente antiossidante vanta azioni antinfiammatorie, anti-ipertensive, antiobesità e anti-aterosclerotiche. Poiché i radicali liberi contribuiscono allo sviluppo di malattie, la quercetina apporta benefici in condizioni come l'ipertensione, i disturbi vascolari e la sindrome metabolica. Ecco una serie di prove convincenti in merito ai benefici apportati all’organismo dalla quercetina.

EFFICACE ANTIDIABETE

Un composto topico contenente sostanze come la quercetina, l'ascorbil palmitato e la vitamina D3 è stato formulato per ridurre lo stress ossidativo che contribuisce alla neuropatia diabetica periferica. Uno studio preliminare nel 2005 ha dimostrato che il composto può alleviare in sicurezza i sintomi della neuropatia diabetica e migliorare la qualità della vita. La quercetina ha mostrato effetti protettivi nei reni e nel fegato di modelli animali obesi con diabete di tipo 2. Insieme all'acido chinico, la quercetina ha anche contribuito a migliorare l'iperglicemia, l'iperlipidemia e la resistenza all'insulina nei ratti diabetici.

PROTEZIONE DAI DANNI AL DNA

Uno studio del 2011 ha studiato i potenziali effetti protettivi della quercetina contro il danno al DNA e lo stress ossidativo indotto dal metilmercurio in soggetti animali. Per oltre 45 giorni, i modelli animali sono stati trattati per via orale con metilmercurio e quercetina con dosi che riflettevano l'esposizione umana. Il team ha quindi misurato il danno al DNA nelle cellule del fegato chiamate epatociti e leucociti periferici (globuli bianchi). I risultati hanno rivelato che il metilmercurio ha ridotto la concentrazione di glutatione nel corpo del 17% e ha causato danni al DNA, al fegato e alle cellule del sangue. Con la quercetina non si sono manifestati tali effetti. "In sintesi, i nostri risultati indicano che il consumo di cibi ricchi di quercetina può proteggere gli esseri umani esposti al mercurio dagli effetti negativi sulla salute del metallo", hanno scritto i ricercatori. Ciò che rende questo vantaggio particolarmente cruciale è che la prevenzione del danno al DNA è coinvolta nella prevenzione del cancro attraverso composti dietetici. Un estratto acquoso di rafano e i suoi principali flavonoidi kaempferolo e quercetina, ad esempio, hanno dimostrato il potenziale per la protezione dai danni al DNA, probabilmente agendo come antimutageni.

PROPRIETA’ CHEMIOPREVENTIVE

Studi epidemiologici attestano gli effetti protettivi dei fitochimici contro il rischio di cancro. Essendo un flavonoide onnipresente, la quercetina è un candidato ideale per combattere il cancro grazie alle sue azioni antiossidanti e antiproliferative. Ecco alcuni esempi delle capacità chemiopreventive della quercetina:

• Incorporata nei liposomi insieme al resveratrolo, la quercetina può essere preziosa nel trattamento dell'infiammazione o dello stress ossidativo associato a lesioni cutanee precancerose o cancerose.

• La quercetina ha mostrato un effetto preventivo sul cancro del fegato nei modelli animali. Il carcinoma epatocellulare, la forma più comune di cancro al fegato, è in aumento in molti paesi, con una stima di 905.677 nuovi casi a livello globale nel 2020.

• La quercetina ha inibito la crescita del tumore e aumentato la sensibilità alla termoterapia, indicando una potenziale opzione di trattamento per il carcinoma epatocellulare.

• La combinazione di quercetina e radiazioni ionizzanti potrebbe essere una terapia promettente per il trattamento del cancro del colon attraverso il targeting delle cellule staminali del cancro del colon e l'inibizione della segnalazione Notch-1.

• La quercetina ha soppresso la capacità metastatica del cancro del polmone, con potenziali applicazioni terapeutiche in particolare per il cancro del polmone metastatico non a piccole cellule.

PREVENZIONE E TRATTAMENTO DI VARIE INFEZIONI

La quercetina può proteggere dall'infezione da Streptococcus pneumoniae resistente agli antibiotici principalmente attraverso l'inibizione della pneumolisina, una citotossina che causa lalisi (rottura) delle membrane contribuendo ad aumentare l’infezione. Risultati separati hanno evidenziato in precedenza il potenziale terapeutico della quercetina anche nel trattamento della sepsi. Il derivato flavonoide quercetina-3β-OD-glucoside (Q3G) ha anche mostrato una promettente attività antivirale contro due specie distinte di Ebola, i cui focolai si verificano frequentemente nei paesi africani. Anche l'acido ialuronico, il condroitin solfato, la curcumina e la quercetina presi insieme sono risultati efficaci nel prevenire le infezioni ricorrenti del tratto urinario nelle donne in post-menopausa.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5214562/

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